L’Irlanda e i penitenziali
Qui il cristianesimo si diffuse tra i Celti grazie all’opera di S. Patrizio;il monachesimo, in mancanza di centri urbani, si diffuse più che in altri posti assumendo un ruolo fondamentale,tanto che a volte gli abati stessi erano vescovi. Caratteristica peculiare del monachesimo celtico era la “peregrinatio religiosa o pro cristo”e le mete più gettonate erano sicuramente Roma, S. Giacomo di Compostela etc.etc. Tra i monaci peregrini ricordiamo Colombano, fondatore di Bobbio.Dopo la metà del ‘600 il greco Teodoro riorganizzò l’amministrazione ecclesiastica sul modello dell’abate-vescovo irlandese;mantenne poi un legame privilegiato con Roma, meta preferita dei pellegrinaggi anglosassoni e destinataria dell’obolo di S. Pietro .
I Franchi e il Papato
A provocare la caduta dei longobardi in Italia furono i Franchi,popolazione germanica che, fra il V e VI sec., si era insediata nel territorio della Galli. Erano guidati dai re della dinastia dei merovingi, il cui fondatore ,Clodoveo, si convertì, seguito da tutto il suo popolo, alla religione cattolica. Legiferò la legge Salica e amministrò il regno per mezzo di duchi e conti inviati nelle città. L’autorità merovingia decadde progressivamente, finche verso la fine del VII sec., sui franchi regnarono di fatto i maestri di palazzo,potenti ministri e capi militari. Uno di loro, Carlo Martello , nel 732 sconfisse a Poiters gli arabi che avevano conquistato la Spagna e minacciavano la Francia. Il prestigio di Carlo Martello crebbe tanto da creare le premesse per la presa di potere, che avvenne quando suo figlio Pipino,detto “il Breve”, nel 751 fu riconosciuto re dei franchi e diede inizio alla dinastia dei carolingi. Fu elevato al trono ricevendo la sacra unzione di Bonifacio, vescovo di Magonza,e nel ’54 il papa rinnovò l’unzione.
Quindi l’alleanza tra franchi e papato si era consolidata;nel 771 crollò il regno longobardo e lo Stato Pontificio venne di fatto riconosciuto. I franchi preservavano il regno longobardo, a cui fu assicurata una propria individualità. Assunsero un incarico di protettorato nel Papato assolutamente necessario visti i contrasti intorno alla figura del papa. Si arrivò al punto che un papa fu addirittura assassinato e un concilio presto convocato(Laterano,769) ebbe all’ordine del giorno il gravissimo problema del sistema elettorale. La soluzione sembrò trovata limitando l’intervento laico alla sola acclamazione del candidato il quale:
- non poteva essere un laico d
- doveva essere scelto dal re
- esclusivamente tra i sacerdoti e i diaconi cardinali di Roma città.
Nel 775 papa Adriano I, autore della morsa anti-longobarda , donò a Carlo un esemplare della Collectio canonum Dionysiana, per affermare l’autonomia del papato dal regno dei Franchi. E’ in questo contesto che si inserisce il famoso documento della Donazione di Costantino(dapprima contenuta nei decretali pseudo-isidoriane e poi nel decretum graziani),in cui l’imperatore dell’impero,guarito dalla lebbra dal papa Silvestro,dona alla chiesa l’intera parte occidentale dell’impero.
I carolingi , per assicurarsi la fedeltà dei potenti e garantire quindi la saldezza dello stato, utilizzarono due nuovi istituti:
- l’immunità:con essa si donavano intere villae regie , fiscalmente esenti, su cui si escludeva la forza coercitiva dell’autorità statale. L’immunista(abate o vescovo) diventava però responsabile degli obblighi pubblici nei confronti del re per le terre in questione. Si imponeva, ancora per gli immunisti , la nomina di un advocatus laico per l’amministrazione della giustizia, dato che gli ecclesiastici non potevano portare armi con se.
- il vassallaggio:servì ai carolingi per creare delle vaste clientele in modo ufficiale. Chi riceveva le terre diventava vasso o vassallo del sovrano e giurava di mantenergli fedeltà personale e di difenderlo con le armi. Il procedimento con il quale avveniva la concessione di terre da parte del sovrano si chiamava commendatio, in quanto il vassallo si affidava al signore. Vi erano 4 casi in cui veniva meno l’obbligo del vasso:
- tentata riduzione in servitù
- tentato omicidio
- lesione grave
- violenza carnale della moglie o alla figlia.
Il regno franco non solo sul piano istituzionale era da considerare come prosecuzione del regno longobardo, ma anche sul piano del diritto;la raccolta legislativa “Capitolare Italicum” conteneva per maggior parte editti longobardi. Nell’epoca carolingia il principio della personalità del diritto è applicato in maniera diffusa. Continuità la si ebbe anche in altri campi;vi erano infatti conti e marchesi che amministravano la giustizia, e riscuotevano i tributi e provvedevano alla difesa. A controllare l’operato di conti e marchesi erano i “i missi dominici” (inviati dell’imperatore)che rispondevano personalmente a Carlo.
Un grande progetto di impero promotore della fede
Carlo, figlio di pipino, chiamato magno per le sue imprese, fu un grande capo militare. La notte di natale dell’anno 800, mentre assisteva alla messa in S. Pietro a Roma, il Papa gli pose sul capo una corono, proclamandolo imperatore dei Romani,ebbe così origine il Sacro romano impero. Nell’813 Carlo stesso incoronò il figlio Ludovico che con la Constitutio romana, di Lotario ,figlio e co-imperatore di Ludovico,confermò il protettorato sul papato. Si aprì così l’amplissimo campo dei capitolari ecclesiastici che tentarono di imporre una disciplina unitaria ai fedeli.
Trionfo delle autonomie regionali e locali
Alla morte di Ludovico,gli successero i tre figli che si suddivisero il territorio dell’Impero. I feudatari assunsero sempre maggior potere finchè,nell’77, chiesero e ottennero da Carlo il calvo, con il capitolare di Quierzy, il diritto di trasmettere in eredità ai propri figli il feudo. A conferma di tale potere ,c’è da dire che sempre nell’877, Carlo il grosso, nipote di Ludovico, venne deposto da un’assemblea di grandi feudatari.