Il regno di Italia continua con capitale a Pavia. Conservò l’indipendenza fino oltre la metà del secolo X, ma durante la sua esistenza si verificarono lotte fra feudatari, rivalità intrighi per cingere la corona. Sul trono si successero , Rodolfo di Borgogna, Ugo di Provenza e Berengario II di Ivrea., ma la loro sovranità fu sempre poco più che onorifica perché nessuno riuscì ad imporsi sulla feudalità. Dopo il 898, la cancelleria regia non preparò più capitalori e l’exercitus doveva essere reclutato ricorrendo ai legami vassalatici. Conti e marchesi impegnai a territorializzare il proprio potere nelle campagne erano se mpre più assenti dalle città; rafforzando il potere pubblico dei vescovi nelle città e in parallelo dei poteri locali.
E’ infatti giusto parlare del X sec. Come quello delle città vescovi ;la città divenne area civile(da civis), mentre la campagna area di competenza delle aristocrazie laiche ed ecclesiastiche. C’è da dire che al di là degli Honores(cariche) contavano i castelli. Il castello era un insieme di abitazione e fortezza ed era privo di legami con l’esterno; castello era al centro della curtis, le campagne circostanti. In questo periodo si parla di allodialità del potere con la quale si indica la privatizzazione dei diritti pubblici,trattati come una proprietà privata. C’era una debolezza del potere pubblico ufficiale colmato dal basso.
Il papato subì un ridimensionamento regionale finendo domina dall’aristocrazia locale. Erano i decenni del regno italico indipendente che non consentiva interventi imperiali. La presenza imperiale si riconcretizzò solo 962 con Ottone, re di Germania e d’Italia che confermò le donazioni a Roma di Pipino e Carlo e la costituzione di Lotanio del 824 e conservò un ruolo come supervisore del governo pontificio.