Varietà dei formanti dell’ordinamento
Chi compara mette a confronto norme giuridiche appartenenti a sistemi diversi. Il comparatista non formula interpretazioni sue proprie, anzi inventaria tutte le interpretazioni. Prendendo ad esempio norme del codice Civile italiano e comparandolo con quello Belga o Francese: al comparatista interessa tanto la comparazione legale quanto la regola astratta e formulata dagli interpreti. Il comparatista distinguerà una norma legale e una non legale, appartenenti allo stesso ordinamento ma facenti parte di due insiemi distinti che costituiscono un formante dell’ordinamento. I sistemi giuridici moderni constano di più formanti (legali, giudiziari, dottorali). La comparazione non può fare a meno di analisi giuridiche che procedano distinguendo i vari formanti, procedimento che consentirà anche di misurare le distanze tra un formante e l’altro, che consentono di valutare se il sistema in esame è più compatto o più diffuso.
I singoli formanti
Un’analisi attenta obbliga a distinguere oltre a legislativo, dottrinale e giurisprudenziale. Ogni proposizione giuridica può presentarsi assistita da un’argomentazione, es. “chi detiene e intende essere usufruttuario è possessore” è preceduta da “l’usufrutto è un diritto reale”, che è un’argomentazione e quindi un formante. Un formante importantissimo di molti ordinamenti è la legittimazione invocata a favore delle norme appartenenti al dato sistema. I vari formanti di un ordinamento tendono a influenzarsi. Una dicotomia importante distingue le regole operazionali e le proposizioni elaborate per pensare mediante concetti. Le contraddizioni tra regole e enunciazioni si colmano ricorrendo a finzioni, a presunzioni assolute e a definizioni accomodanti. Gli enunciati, le formulazioni, i concetti appartenenti a ordinamenti molto dissimili l’uno dall’altro tendono a divaricarsi tanto più quanto sono generali. Viceversa le regole applicative e le soluzioni pratiche tendono a maggiore compatibilità.
I crittotipi
Alcuni formanti del diritto nascono già verbalizzati ma altri non vengono espressi e vengono detti crittotipici o inferenziali. Se comparando troviamo che leggi identiche in aree diverse danno soluzioni diverse o leggi diverse in aree diverse danno soluzioni identiche, concludiamo che influisce un ulteriore criterio di decisione non verbalizzato ossia crittotipico. Le regole non verbalizzate vengono percepite e trasmesse da una generazione di giuristi alla successiva. L’insieme dei crittotipi che dominano in un dato ambiente incide in modo rilevante sulla mentalità dell’ambiente in questione.