Nella storiografia giuridica si tende a sottovalutare la cesura costituita dall’avvento della prima rivoluzione industriale. Sotto il profilo della civiltà materiale l’uomo del XIX secolo ebbe a subire uno shock tecnologico quale non ne ricorrevano da parecchi millenni. Questi mutamenti investirono l’Inghilterra prima di ogni altra nazione occidentale, tuttavia il sistema giuridico inglese fu l’ultimo ad essere riformato. I giuristi inglesi erano impossibilitati ad attuare le riforme e questo stallo creò una crisi al termine della quale dovette intervenire il potere politico, il Parlamento, che si trovò a fronteggiare il bisogno di riforma diversamente da quello che aveva allineato i riformatori dell’Europa continentale nel XVIII secolo. Le riforme europee continentali furono precoci, radicali e sostanziali, l’estremismo ottuso dei forensi suscitò deliri di onnipotenza degli intellettuali illuminati.
In Inghilterra le riforme furono piĂą spinose per 2 ragioni:
I forensi avevano portato al loro estremo orizzonte le riforme di cui erano capaci
C’era la diffusa coscienza che vi era del buono nella loro tradizione, la loro difesa della libertà era divenuto simbolo di ideologia universale. Quel tipo radicale di riforme non riceveva quindi il consenso della maggioranza.
La scelta politica fu di liberare i giudici dalle regole che li limitavano. L’esperienza giuridica inglese si è distaccata da quelle continentali: due esperienze giuridiche hanno affrontato il medesimo problema in maniera differente. In molti paesi dell’Europa continentale (Francia, Austria, Olanda..) hanno mutato completamente l’assetto delle fonti del diritto → cesura catastrofica perché la posizione di legge e dottrina nell’equilibrio del sistema era mutata. Le esperienze di Common Law non hanno subito questa cesura catastrofica ma hanno subito una rivoluzione, tra l’altro non ancora conclusa.