Il fatto illecito è qualunque comportamento doloso o colposo (tenuto cioè con intenzione di nuocere o con disattenzione, imprudenza, imperizia) che cagiona ad altri un danno ingiusto, e obbliga cc 2043 il suo autore al risarcimento del danno causato. L’autore dell’atto illecito, cioè della lesione di un diritto soggettivo altrui, è quindi responsabile (responsabilità extracontrattuale) del danno patrimoniale provocato (e, in certi casi, anche del danno non patrimoniale, quando, ad es., il comportamento dannoso sia anche un reato). Obbliga al risarcimento la lesione di un diritto soggettivo sia reale che di credito.
- Il nesso di causalità. Affinché l’agente risulti obbligato a risarcire il danno, occorre che tra il fatto compiuto e il danno arrecato sussista un nesso di causalità, cioè un rapporto causa-effetto tale che il danno possa dirsi provocato dal fatto in questione.
- Risarcimento e concorso di colpa. Non è dovuto risarcimento per i danni che il danneggiato avrebbe potuto evitare ricorrendo alla cosiddetta ordinaria diligenza. Se il danneggiato cc 1227 ha colposamente concorso a causare il danno, il risarcimento è diminuito in misura dipendente dalla gravità della colpa e dall’entità delle conseguenze. Il danneggiante cc 2043 è tenuto al risarcimento soltanto se il danno arrecato è ingiusto, in quanto lede un interesse che l’ordinamento giuridico riconosce meritevole di tutela. Non è rilevante ai fini del risarcimento la prevedibilità del danno. L’azione per il risarcimento del danno derivante da fatto illecito è soggetta cc 2947 a una prescrizione particolare, generalmente quinquennale.
- Il danno ingiusto. L’illecito civile è atipico: il legislatore non ha voluto, nel campo della responsabilità civile, individuare specificamente tutti i casi in cui il danno è da ritenersi ingiusto; infatti qualunque pregiudizio, a seconda delle circostanze, può risultare ingiusto ed essere quindi risarcibile. Spetta quindi al giudice stabilire l’eventuale ingiustizia del danno in questione. Spetta al danneggiato provare, oltre il fatto che l’agente gli ha causato un danno, e che tra il fatto dell’agente e l’evento dannoso intercorre un nesso di causalità, anche la colpa o il dolo del danneggiante.
Responsabilità indiretta. Viene così definita la responsabilità civile che dipende dal fatto altrui oltre che dal fatto proprio. Nell’ipotesi di responsabilità indiretta, non risponde del danno solo chi ha commesso il fatto dannoso, ma anche un’altra persona, tenuta al risarcimento nei confronti del danneggiato.
- Illecito compiuto da incapace e dal minore non emancipato. In caso di danno cagionato da persona incapace di intendere o di volere, e perciò non imputabile, il risarcimento è dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell’incapace, a meno che questi provi di non aver potuto impedire il fatto. I genitori o il tutore rispondono cc 2048 del danno provocato dal fatto illecito compiuto dai figli minori non emancipati, o dalle persone che abitano con essi e soggette alla tutela.
- Responsabilità per il fatto dei dipendenti. Se il danno è provocato da un dipendente, nell’esercizio delle incombenze a cui è adibito, è considerato responsabile, assieme al dipendente stesso, anche il padrone o committente cc 2049. La responsabilità di quest’ultimo è giustificata dall’esigenza di tutelare il danneggiato, consentendogli di ottenere risarcimento dal soggetto che fruisce dei risultati dell’attività lavorativa.
- Responsabilità del conducente. Se il danno è provocato dal conducente di un veicolo non circolante su rotaie, e se il conducente è persona diversa dal proprietario, accanto al conducente è responsabile anche il proprietario, a meno che provi di non aver acconsentito alla circolazione del veicolo e di aver adottato tutte le precauzioni necessarie per impedire che altri si impadronisse del veicolo e lo facesse circolare cc 2054.
Responsabilità oggettiva. Al fine di tutelare maggiormente il danneggiato, il legislatore ha previsto vari casi di cosiddetta responsabilità oggettiva, per cui si risponde del fatto che ha determinato un danno, anche se commesso senza dolo o colpa, purché esista un nesso di causalità tra il fatto e l’evento dannoso, di modo che il danno risulti conseguenza immediata e diretta del fatto stesso. Le principali ipotesi di responsabilità oggettiva sono:
- esercizio di attività pericolose cc 2050: chi causa danno ad altri nello svolgimento di un’attività pericolosa per sua natura, o per la natura dei mezzi impiegati, è tenuto al risarcimento, indipendentemente dalla sua colpa, a meno che provi di aver adottato, nello svolgere l’attività, tutte le misure consentite dalla tecnica idonee a evitare ogni pregiudizio a terzi, salvo quelli inevitabili;
- danno cagionato da cose o da animali in custodia cc 2051: ciascuno risponde del danno cagionato da cose o animali che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito;
- rovina di edificio cc 2053: il proprietario di un edificio o di altra costruzione è responsabile dei danni causati dalla loro rovina, compresi quelli dovuti al distacco di parti accessorie o ornamentali dall’edificio; egli può tuttavia liberarsi da tale responsabilità, se prova che l’evento pregiudizievole non deriva da un difetto di manutenzione o da un vizio di costruzione;