Il diritto europeo si atteggia come un sistema di diritti fondamentali che opera quale limite al legislatore nazionale ed è suscettibile di applicazione immediata. Si articola in due componenti:
- il diritto europeo convenzionale, che è rappresentato dai Trattati con cui l’Unione europea si è gradualmente costituita
- il diritto europeo derivato, rappresentato dagli atti normativi che provengono dalle istituzioni europee (cioè regolamenti, direttive, decisioni e raccomandazioni)> Per principio di attribuzione si intende il fatto che l’Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati Membri nei Trattati. Qualsiasi competenza non attribuita all’Unione spetta agli Stati.> Infine per il principio di proporzionalità, l’azione dell’ UE si limita a quanto necessario per la realizzazione degli obiettivi stabiliti nei Trattati.
- ▪ Per quanto riguarda il diritto derivato:
- > Per principio di sussidiarietà si intende che l’Unione, in quei settori che non sono di sua esclusiva competenza, interviene solo se e in quanto gli obiettivi dell’azione prevista non possono essere raggiunti dagli Stati membri in misura sufficiente
- ▪ Per quanto attiene al diritto convenzionale va ricordato il recente Trattato di Lisbona (2007) con cui è stato modificato il Trattato che istituisce la Comunità europea (TCE) e il Trattato sull’ Unione Europea (TUE). Il Trattato del 2007 ha rafforzato il ruolo del Parlamento europeo e ha previsto un maggior coinvolgimento dei Parlamenti nazionali. Inoltre è stata attribuito alla Carta dei diritti fondamentali dell’ UE lo stesso valore giuridico dei trattati. Ancora va evidenziato che il Trattato in esame ha ridisegnato i criteri di equilibrio tra regole accentrate e scelte nazionali. In particolare sono stati riformulati i principi di attribuzione, sussidiarietà e proporzionalità.
- i regolamenti consistono in atti di portata generale e obbligatori in tutti i loro elementi. Sono direttamente applicabili all’interno dello Stato membro senza che sia necessario un atto di recepimento
- le direttive sono obbligatorie solo per quanto riguarda il risultato da raggiungere, ma lasciano libero lo Stato di stabilire i modi e i mezzi con cui raggiungere quel risultato. In realtà va ricordato che la Corte di Giustizia dell’UE al fine di favorire l’operatività del diritto comunitario nei casi in cui lo Stato ne ritardi l’attuazione, ha ritenuto che se la direttiva è precisa e incondizionata è immediatamente operante nello Stato membro.
- La decisione è, come il regolamento, obbligatoria in tutti i suoi elementi ma solo per i soggetti a cui si rivolge
- Infine le raccomandazioni e i pareri non sono vincolanti
- Sempre in tema di diritto comunitario va ricordato che le varie pronunce della Corte di Lussemburgo hanno portato alla nascita del dovere del giudice nazionale di disapplicare le norme interne in contrasto con il diritto comunitario e di interpretare il diritto nazionale alla luce di quello comunitario