Per secoli il pensiero occidentale è stato dominato dalla dicotomia giusnaturalista tra stato di natura e stato civile, da cui discendono 2 versioni, la prima che da valore positivo al primo termine (liberalisti classici Locke o economisti classici e poi Spencer-Hayek) o al secondo (Hobbes, Hegel da stato natura a civile). Questa dicotomia viene con la teoria del progresso storicizzata dando luogo a contrapposizione barbarie/civiltà, dispotismo/libertà. La sociologia comincia a interessarsi delle dicotomie a partire da meta 800 e i due termini così cessano di esser 2 categorie storiche e divengono astrazioni concettuali o modelli ideali. Di una dicotomia si può però anche fare un uso diatico (se i 2 momenti della dicotomia sono assolutizzati e il processo storico è concepito come passaggio dal primo al secondo o come monotona ripetizione dell’identico processo) o triadico (quando i movimenti rimangono 2 ma il processo storico è continuo e non ricorrente e vi è un terzo termine che è la ripresa del primo su un nuovo piano non la semplice riproduzione). Hobbes fa ad esempio un uso diatico della dicotomia giusnaturalista, Rousseau uno triadico (stato natura, civile, sintesi di ambo nella società fatta su contratto sociale). Hayek stesso dopo aver parlato della dicotomia società aperta-chiusa, l’interpretazione del corso storico che egli da servendosi di questa dicotomia è triadica (lo stato totalitario in cui si avvia la società contemporanea è il ritorno allo stato tribale anche se in una fase più avanzata).