La fonte principale del diritto in un sistema moderno è la legge ossia la norma generale e astratta posta da un organo a ciò delegato dalla Costituzione: questa era una tesi del positivismo stretto che però è cominciato a entrare in crisi per l’emergere di altre fonti del diritto, in particolare è sempre più risaltata l’attività creatrice del giudice. In certe materie come (esempio: il diritto sindacale anche i giuristi hanno fatto diritto a causa del silenzio del legislatore. E’ importante regolarizzare i contratti collettivi e ciò interessando molte persone può esser anche più importante di quello che è disposto dalla legge. Il giurista quindi è incentivato a fare diritto (seconda opzione del paragrafo precedente) in un sistema aperto. Riguardo a una società in trasformazione, si conosce il passaggio da una società liberale classica a uno stato assistenziale e perchè ciò avvenga si deve passare da un controllo sociale fondato su norme provviste di sanzione al controllo sociale fondato su norme tecniche la cui forza deriva dal fatto che il compiere o non compiere certe azioni non permette di raggiungere il fine dovuto o imposto. Il diritto sta quindi sempre più inglobando queste ultime rispetto a quelle penali. L’ultima linea di tendenza è il passaggio da funzione repressiva (caratterizzato da sanzione negativa) a promozionale del diritto (caratterizzato da sanzione positiva). Per dare risposta al diritto come sistema autonomo basterà ragionare sul fatto che il diritto positivo non è più unitario coerente e completo ma pone l’accento sulle interrelazioni sistema giuridico-economico. E’ un idea l’autonomia oramai fuori corso.