Con l’espressione costo sono intesi tutti gli oneri economici subiti dall’imprenditore per gli acquisti effettuati nell’esercizio dell’impresa.
Le minusvalenze, invece sono elementi differenziali costituenti il reciproco delle plusvalenze. Esse si realizzano nei casi di fuoriuscita dall’impresa di beni diversi da quelli idonei a generare ricavi, con il realizzo di proventi inferiori al loro costo non ancora ammortizzato.
Anche le sopravvenienze passive costituiscono il reciproco delle sopravvenienze attive. Anch’esse infatti si realizzano al sopraggiungere di modificazioni inerenti ad una vicenda economico-giuridica contabilizzata nel bilancio di precedenti esercizi; ciò che le caratterizza è il fatto che si tratta di modifiche sfavorevoli all’impresa.
Infatti, esse sono individuate nel mancato conseguimento di ricavi o altri proventi precedentemente contabilizzati, o nella sopravvenuta insussistenza di attivitĂ contabilizzate in un precedente esercizio.
Il concetto di perdita invece indica il venir meno, in tutto o in parte, di componenti patrimoniali dell’impresa, indipendentemente dalla volontĂ dell’imprenditore, e senza alcuna contropartita (ad esempio, l’ipotesi del furto).
In merito, la legge prevede che le perdite di beni diversi da quelli idonei a generare ricavi, commisurate al loro costo non ancora ammortizzato, e le perdite su crediti, sono deducibili se risultano da elementi certi e in ogni caso, per le perdite sui crediti, se il debitore è sottoposto a procedure concorsuali.