Un’altra importante riforma attribuita a Servio Tullio consiste nella sostituzione delle 3 antiche tribù romulee con nuove e più numerose tribù di carattere territoriale. Si sostiene che queste avrebbero assolto al compito di inquadrare in modo organico ed esauriente tutti i cittadini.

Tali tribù rappresentarono delle vere e proprie ripartizioni amministrative la cui funzione era quella di costituire un distretto di leva e di assicurare la riscossione dei tributi, commisurati al valore delle proprietà di singoli cittadini, a favore dello Stato da parte dei tribuni aerarii, antichi magistrati delle tribù.

In primis Servio Tullio creò 4 tribù urbane, che presero la loro denominazione dai colli, dove la popolazione era distribuita in base al domicilio. Seguì poi la creazione delle tribù rustiche, ove cambiò nettamente il criterio di appartenenza che si fondò, oltre che sul domicilio, sulla proprietà fondiaria. I cittadini che avessero avuto la proprietà di un fondo erano iscritti nella tribù cui apparteneva il distretto rurale in cui era situato il fondo. I nullatenenti, invece, venivano iscritti nelle quattro tribù urbane.

Concludendo l’esame delle riforme introdotte nel corso della monarchia etrusca da Tarquinio Prisco e da Servio Tullio si possono individuare due fasi distinte:

  1. nella prima una serie di innovazioni sembrano muoversi secondo linee in parte tradizionali
  2. nella seconda si ha una svolta decisiva verso modelli istituzionali radicalmente diversi

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