I termini sono periodi di tempo in relazione ai quali devono essere compiuti degli atti processuali. Si possono distinguere varie categorie:
–          Termini acceleratori: sono quelli che prescrivono che un atto debba essere compiuto entro un certo termine (es. impugnazione);
–          Termini dilatori: sono quelli prima dei quali non può essere compiuta una certa attività (es. la prima udienza non può essere fissata prima della scadenza dei termini a comparire);
–          Termini perentori: sono quelli che sono prescritti a pena di decadenza. Sono stabiliti dalla legge, nel senso che il giudice non può introdurre dei termini perentori, a meno che non sia espressamente previsto dal legislatore (es. termine per l’integrazione del contraddittorio ex art. 102 c.p.c.);
–          Termini ordinatori: sono quelli che possono essere prorogati o abbreviati, questo però solo prima che scadano.

La regola generale è che non viene computato il dies a quo e viene computato il dies ad quem (si computa il giorno finale e non il giorno iniziale). Quando la legge stabilisce che devono essere dati dei giorni liberi allora si deve anche calcolare il dies a quo (es. nel procedimento per convalida di licenza o di sfratto nell’atto di citazione devono essere dati alla controparte 20 giorni liberi come termine a comparire. Se la data della notificazione è il 1 dicembre, il primo giorno libero è il 2 e l’ultimo è il 21, l’udienza di comparizione deve essere fissata il 22).

C’è una regola generale che prevede che quando il termine scade in un giorno festivo è prorogato ex lege al primo giorno successivo non festivo. Questa regola è stata ampliata per effetto di una riforma del 2006: i termini che non implicano attività di udienza, se scadono il sabato vengono prorogati al primo giorno successivo non festivo.
Vi sono dei termini che devono essere calcolati a ritroso: se il termine scade la domenica, dovendo calcolarlo a ritroso allora non scade il primo giorno successivo non festivo bensì il primo giorno non festivo precedente. In seguito alla riforma del 2006, se il giorno precedente è sabato allora il termine scadrà di venerdì.

 

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