Contro gli opposti dogmatismi della Scuola classica e della Scuola positiva, veniva a poco a poco maturando, con sempre più chiara coscienza critica, l’idea moderna che l’uomo non è né tutta libertà né tutta necessità. Accanto all’irrinunciabilità, entro certi limiti, dell’idea della libertà del volere e dell’autodeterminazione, infatti, troviamo l’acquisita consapevolezza del condizionamento delle azioni umane da parte di fattori extravolontari.
Da queste reciproche aperture critiche sono nate possibilità di larghe e sincere intese, tanto sul terreno delle idee quanto su quello delle pratiche attuazioni legislative e penitenziarie. Fu la Terza scuola (o Scuola eclettica) che cercò la mediazione tra i vari elementi di utilità pratica emersi dalle opposte posizioni classiche e positiviste. Ne nacque il cosiddett sistema del doppio binario, fondato sul dualismo della responsabilità individuale – pena retributiva e della pericolosità sociale – misura di sicurezza, dualismo questo che riflette il contrasto di fondo tra indeterminismo classico e determinismo positivista.
La combinazione meccanica dei due criteri della responsabilità e della pericolosità, tuttavia, se poteva appagare i legislatori della prima metà del secolo, certo non poteva che essere un momento di passaggio verso la ricerca di una più soddisfacente sintesi.