L’evoluzione del modello egiziano è legata ad un nuovo codice civile unico che sostituì i codici ottocenteschi entrando in vigore nel 1949. La riuscita di tale impresa è legata all’opera dello studioso arabo ‘Abd al-Razzaq al-Sanhurì, che riuscì a impostare e a svolgere una politica di unificazione legislativa. Sebbene anche nei codici precedenti vi fosse qualche influsso musulmano, il problema del rapporto tra la legislazione statale e la shari’a non era risolto come invece avviene nel codice introdotto nel 1949. Il codice civile egiziano contiene anche alcuni espressi riferimenti al diritto musulmano (es. <<la sparizione e l’assenza sono regolate da leggi speciali, in mancanza delle quali verrà applicato il diritto musulmano>>). Nel codice possono inoltre individuarsi alcune parti in cui la costruzione romanista e quella musulmana presentano parallelismi (es. abuso del diritto). Chiaramente il codice civile egiziano anche contiene una massa di norme contrarie al diritto musulmano. Il titolo IV del libro II, ad esempio, è dedicato ai contratti aleatori e contiene norme sul gioco, sulla scommessa e sull’assicurazione.
L’influsso egiziano si indirizzò principalmente verso i seguenti paesi:
- Siria: inizialmente ispirata al modello libanese, la Siria opta successivamente per quello egiziano, seguito pedissequamente non solo per quanto riguarda il codice civile, ma anche per il diritto di famiglia. Anche la Siria mantiene la divisione della regolamentazione del commercio in due separati codici. L’arcaicità dei testi egiziani, tuttavia, suggerì all’adozione dei testi libanesi, i più moderni tra quelli dei paesi arabi;
- Iraq: sebbene l’Iraq, insieme alla Palestina e alla Giordania, sia stato sottoposto al Mandato britannico, non furono mai insediati giudici britannici, cosa che impedisce di annoverare l’Iraq tra i paesi acculturati al common law. L’influsso del diritto inglese vi fu, ma si inserì in un ordinamento che si muoveva in direzione dei sistemi di civil law, in forza della precedente esperienza ottomana;
- Libia: uscita da un periodo di amministrazione militare, la Libia si orientò verso il modello egiziano, anche se per circa un decennio era rimasta in vigore la legislazione coloniale italiana, con la conseguente esperienza del nostro vigente codice civile;
- Algeria: il processo di acculturazione in Algeria fu reso assai complesso dalla dominazione coloniale. La scelta di seguito il modello egiziano, recependone il codice civile, fu quindi un chiaro segno della volontà algerina di riscattare il passato coloniale
- Giordania: pur non distaccandosi molto da quello iracheno, il codice civile giordano ha avuto un iter travagliato e durato oltre un quarto di secolo. Le ragioni vanno ritrovate nella ritenuta eccessiva occidentalizzazione dei codici civili arabi (codice egiziano).