Con la prima guerra mondiale ci fu una riflessione su come la guerra potesse mettere in pericolo la stessa sopravvivenza dell’umanità: da qui si prese l’iniziativa di tentare di abolire il ricorso alla forza armata. La conseguenza fu la stipulazione del Patto della Società delle Nazioni.
Il patto aveva molte lacune, che si aggravarono con l’aumento delle tensioni internazionali sfociate nella seconda guerra mondiale, la quale segnò anche l’insuccesso della Società delle Nazioni, che si sciolse.
La rinuncia alla guerra per la soluzione delle controversie internazionali è contenuta nel Trattato di Parigi (Patto Briand-Kellogg) attraverso il quale le parti contraenti rinunciano alla guerra come strumento di politica internazionale, condannandone il ricorso come strumento per la soluzione delle controversie internazionali e come strumento di politica nazionale nei loro reciproci rapporti.
Nel Patto Briand-Kellogg non vi era un organo capace di porsi come valida alternativa: nel giro di poco tempo con tale carenza ristoppiò la guerra.
Successivamente gli stati vincitori della seconda guerra mondiale crearono e aderirono alla Carta delle Nazioni Unite, firmata a San Francisco il 26 giugno 1945. tale Carta ha come priorità “a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità”.
Art. 1.: I fini delle Nazioni Unite sono: mantenere la pace e la sicurezza internazionale
Art. 2.4. I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite.
Art. 2.3.: I Membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in pericolo.
L’obiettivo di “mantenere la pace e la sicurezza internazionale” deve essere conseguito attraverso il divieto quasi assolto dell’uso della forza da parte degli Stati.
Il monopolio dell’uso della forza è in capo alle Nazioni Unite secondo il modello del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite.
Il divieto dell’uso della forza è ribadito in molte “Dichiarazioni” espressa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In particolare, la Dichiarazione relativa ai principi di diritto internazionale concernenti le relazioni amichevoli e la cooperazione fra stati, in conformità della Carta delle Nazioni Unite.
Il ricorso alla minaccia o all’uso della forza viene qualificato come violazione della Carta, e quindi del diritto pattizio, ma anche del diritto internazionale, riguardante una norma consuetudinaria.