La vocazione espansiva del diritto del lavoro rappresenta la conseguenza inevitabile della sua propensione ad intervenire in difesa di quei lavoratori economicamente, socialmente e giuridicamente più deboli. Il diritto del lavoro, infatti, tende ad intervenire per proteggere il lavoratore, che altrimenti non sarebbe in grado di determinare alla pari con la controparte imprenditoriale le condizioni del rapporto di lavoro subordinato o, come detto, non subordinato. Tale disciplina, quindi, si presenta come un diritto fortemente connotato in senso sociale, un diritto di sinistra, insomma, che si propone di aiutare il <<lavoro>> a reggere il confronto con il <<capitale>>.

A partite dagli anni ’90, tuttavia, questa funzione protettiva si è in parte attenuata. La crisi economica globale, infatti, ha sottolineato la necessità di trovare nuovi punti di equilibrio tra la difesa del modello protettivo tradizionale e il rilancio produttivo del sistema. La classica funzione della materia, quindi, almeno in parte, tende ad essere riassorbita all’interno di una funzione più comprensiva di regolazione del mercato del lavoro

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