Era necessario cercare un’idea cardine su cui far leva per individuare uno stabile nucleo fondamentale dell’esperienza politica postrivoluzionaria. L’idea venne da Hegel e fu quella del costituzionalismo statale. Hegel affermava che i tedeschi definivano costituzione il risultato di una serie di contratti, di patti radicati nel tempo e di natura consuetudinaria. Per Hegel tutto ciò creava un catasto dei diritti costituzionali più diversi acquistati alla maniera del diritto privato cioè per via della prassi. La Germania era così condannata a decadere politicamente perché mancava di un unitaria identità nazionale. La Germani insomma non aveva una costituzione statale. Hegel aggiunge che la Francia ha distrutto la sua costituzione già nell’antico regime perché non è stata in grado di disciplinare le spinte particolaristiche della propria nobiltà. Tuttavia, lo stato francese non è stato distrutto e va in cerca di una costituzione mentre la Germania ha una costituzione fatta di tradizioni e consuetudini particolari ma non ha uno stato. Per Hegel, dunque, è importante la dimensione dello Stato e la Germania deve costruire un diritto pubblico statale, una costituzione statale. La costituzione statale è una norma di diritto pubblico che è chiamata a imporsi sulla tradizionale struttura privatistica della costituzione feudale ed è pensata per combattere ogni tipo di privatismo, soprattutto quello che deriva da una concezione generale della costituzione che in essa vede una pura norma di garanzia delle proprietà e dei diritti degli individui. Per Hegel dunque lo stato va inteso come strumento di tutela dei diritti degli individui e non in senso politico. La costituzione dello stato combatte il privatismo dei ceti ed il privatismo degli individui preservando l’unità dello stato, valorizzando i poteri portatori del valore dell’universalità come il monarca , i corpi e le assemblee rappresentative che hanno il compito di introdurre il senso dello stato e del governo nella cura degli interessi delle comunità, e la burocrazia cioè l’insieme dei funzionari esecutivi che mantengono fermo l’interesse dello stato. Hegel sostiene, dunque, la sovranità dello Stato opponendola agli antichi diritti di ceto ma anche allo stesso monarca e al popolo. La costituzione per Hegel non viene fatta dalla volontà di un soggetto che potrebbe in ogni momento revocarla ma è qualcosa che deve necessariamente esistere in quanto nucleo stabile della convivenza civile e per questo sottratta ad ogni volontà particolare.
Hegel è il padre di un nuovo concetto di costituzione che per lui non è più una norma di organizzazione del potere bensì un ordine fondamentale della convivenza civile costruito a partire dalla volontà particolare delle forze sociali ma in modo tale da esprimere lo stato nel suo complesso e rappresentarne la sovranità. In Germania la sovranità dello stato servì ad evitare i due estremi della sovranità del monarca e di quella popolare arrivando poi a considerare il monarca e le assemblee come organi dello Stato inteso come persona portatori della volontà dello Stato stesso.