Le amministrazioni pubbliche sono chiamate a svolgere attività volte a soddisfare interessi pubblici; per far ciò esse si avvalgono di due strumenti (individuati dal sociologo tedesco Luhmann): il diritto ed il denaro.
Il diritto può essere costituito anche soltanto da regole: ad es., uno Stato che miri a riequilibrare i rapporti tra datori di lavoro e lavoratori, correggendo lo squilibrio a favore dei secondi (soggetti deboli del rapporto), può impiegare mezzi esclusivamente normativi (come una disciplina differenziata del recesso dal rapporto di lavoro, che è ammesso senza limiti per il lavoratore, mentre è subordinato a giusta causa o a giustificato motivo per il datore di lavoro).
Nella stragrande maggioranza dei casi, però, il diritto che viene usato per la soddisfazione degli interessi pubblici non è composto solo da regole, ma è fatto anche di apparati amministrativi (istituiti in base alla legge); apparati che vengono, a loro volta, muniti di poteri e risorse per la realizzazione di quegli interessi: così, ad es., l’ interesse all’ ordine pubblico è affidato alle norme del codice penale, che prevedono i reati e stabiliscono le pene per la loro violazione (pene che verranno applicate, poi, dal giudice); ma sul presupposto che questa linea difensiva risulti vulnerabile, il legislatore istituisce apparati di polizia (in Italia: polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza), munendoli di poteri di ordinanza, di identificazione, di controllo, di investigazione e di repressione.
Sotto questo profilo, come si può notare, non è più solo il diritto il medium utilizzato per soddisfare l’ interesse, ma anche il denaro, vale a dire quella parte rilevante delle risorse nazionali necessaria a sostenere i costi di un servizio, che per colui che ne fruisce è gratuito.