Il diritto globale e il diritto delle amministrazioni pubbliche. Cenni generali

Il ruolo giocato dal sistema delle imprese, sempre più accentuatamente “normativo” di elaborazione di policies, generali e settoriali, in funzione della conquista di quote crescenti del mercato mondiale, ha portato alla necessità di una lex mercatoria come strumento elastico e flessibile di origine privata. Ciò ha posto l’antico e mai sopito conflitto fra diritto pubblico e diritto privato, o meglio, fra concezioni privatistiche e pubblicistiche del potere, che si risolverebbe oggi nel prevalere del contratto sul provvedimento, ossia del diritto comune su quello “speciale”. Tale prevalenza, occorre ricordarlo, è il frutto dell’alternarsi, nei diversi momenti storici tra concezioni privatistiche e pubblicistiche, tra informale e formale. In tal senso possono ricordarsi alcuni esempi, quali il dibattito sulla cosiddetta amministrazione consensuale e, ancor di più, le vicende concettuali relative alle autorizzazioni amministrative. A quest’ultimo proposito, infatti, è noto che l’autorizzazione amministrativa, classico provvedimento a carattere discrezionale, comprende in sé varie figure (licenze, permessi, eccetera), il cui margine discrezionale è notevolmente ridotto rispetto a quello dei provvedimenti concessori, soprattutto a seguito della semplificazione amministrativa – si pensi al ruolo svolto oggi dalla dichiarazione di inizio attività – . È proprio per questo che l’unione europea ha, in base a precisi calcoli di politica del diritto, mostrato un chiaro favor, con forti ed evidenti motivazioni di ordine sistemico. Quindi vediamo come, attraverso numerosi modelli pragmatici, si realizza un fenomeno di ibridazione reciproca fra il diritto comunitario e il diritto amministrativo interno.

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