Comuni e signorie rurali
A differenza della Francia e della Germania, da noi si realizzò una prima compenetrazione di città e Campagna circostante da un punto di vista economico, ma anche politico e istituzionale. Ci si riferisce alle comunità castello e rurali sottoposti a diritti signorili,sotto il potere di banno di un signore ,laico o ecclesiastico. Questi poteri signorili si sviluppano di fatto come i Comuni. Gli abitanti del dominatus loci cercavano di emanciparsi dalla condizione di subordinazione cui erano sottoposti.
Furono perciò sempre più frequenti la carte libertatis concesse dai signori in cui riconoscevano diritti vari ai loro sudditi;tali accordi o statuti era stretti e redatti anche nell’interesse del concedente che avrebbe potuto far pesare i suoi diritti nel momento in cui avesse voluto vendere o donare il proprio dominatus loci. I comuni interessati al ruolo strategico dei controlli stabilirono che le alienazioni si potessero svolgere previa loro autorizzazione.
La questione del feudo, dell’impero e il ruolo dei giuristi
Non bisogna pensare ad una età feudale distinta da una comunale in quanto in realtà si svilupparono contemporaneamente. Infatti di solito il signore allodiale conferiva il proprio castello al senior (un potente laico ed ecclesiastico o meglio ancora un Comune)per riaverlo a titolo feudale;ne conservava il possesso che rendeva in termini economici(dominio utile). Il feudo in realtà non fu usato solo a livelli zonali, ma anche dall’imperatore. Soprattutto dal Barbarossa (1152-90);per chiarire la complessa situazione dei diritti pubblici in Italia.
In concreto alla prima “dieta di Roncaglia si stabilì che non si potesse alienare il feudo senza consenso del senior, evidentemente per evitare che andasse in mani potenti e quindi non più controllabili per il concedente. Si aggiunse poi che non si poteva pretendere di trasferire, assieme all’allodio, la iurisdictio imperiale, e quindi diritti pubblici. Fu proprio l’apporto dei giuristi di cui si circondava a spingere Barbarossa a sistemare la situazione dei diritti pubblici e nel loro interesse fu concessa la costituzione Habita che privilegiava studenti e professori.
La pace di Costanza 1183
Anche se appare come una concessione unilaterale dell’imperatore, la pace fu in realtà un compromesso. La pace di Costanza stabilì che:
- l’imperatore riconosceva i diritti e i privilegi comunali,disporre di proprie milizie, eleggere i propri magistrati, unirsi in leghe, battere moneta..
- i comuni riconoscevano la sovranità imperiale;si impegnavano a versare all’imperatore un canone annuo, a rinnovare ogni dieci anni il giuramento di fedeltà e a rimettersi al suo arbitrato in caso di contese.
Così i comuni videro ufficialmente sancita la loro autonomia, mentre l’imperatore otteneva il riconoscimento della supremazia imperiale;nessuna delle due forze poteva quindi vantare una vittoria completa.