La terza fase dell’esperienza socialista coincide con la fase della transizione. Il primo dato che emerge riflettendo sulle transizioni è la difficoltà di costruire un modello unitario. In realtà ci sono procedimenti differenziati nei diversi ordinamenti.
Nello stesso tempo, è vero che la transizione nei Paesi dell’est è stato un processo molto breve alla luce delle novità che si è cercato di trapiantare. Si è cercato di trapiantare un modello di derivazione liberale, vale in particolar modo per la Russia e gli altri paesi di area caucasica. Anche per le democrazie popolari ma ci sono dei percorsi differenti: alcuni più veloci, la Cecoslovacchia, in gennaio le prime manifestazioni e l’arresto di Valcav Havel (Sostenitore appassionato della non-violenza, è stato uno dei leader della cosiddetta Rivoluzione di Velluto del 1989, durante la quale fu arrestato di nuovo, il 28 ottobre. Il 29 dicembre 1989, nella sua qualità di capo del Forum Civico, fu eletto presidente dall’Assemblea Federale a dicembre 1989 verrà eletto capo dello stato.
In Germania ottobre del 1989 si festeggiava l’anniversario (40° DDR) e nell’ottobre successivo si è arrivati all’unificazione.
Sono iniziate ben prima del 1989: Polonia, dove l’attività del sindacato di solidarnosc è iniziata negli anni 80, anche in Ungheria avremo un processo più lungo e anche interno al partito: a metà degli anni 80 il partito comincia al suo interno a riformarsi.
Ci sono alcuni elementi comuni che ci aiutano a capire:
– peculiarità dell’esperienza socialista. Si caratterizza per un cambiamento radicale del quadro concettuale di riferimento. È un diritto totalmente nuovo. Ci sono due aspetti di questo radicale diversità: abolizione proprietà privata, unità del potere e il venir meno di ogni forma di pluralismo politico. Questi due aspetti, sono diversi dalla posizione occidentale e chiede un ribaltamento con una serie di difficoltà perché sarà difficile introdurre un sistema politico in grado di funzionare perché nell’epoca socialista si erano soppresse tutte quelle distinzioni come il pluralismo politico e situazioni democratiche. Nella prima fase si sono introdotti in Costituzione di sistemi proporzionali. L’ulteriore problema era il passaggio dall’economia pianificata all’economia di mercato. È un fattore che contribuirà alla dissoluzione dell’URSS. L’altro aspetto problematico delle transizioni riguardava il problema della nazionalità soprattutto negli stati federali (URSS, Jugoslavia). L’idea di sovranità nazionale ed indipendenza nazionale avrà quindi una notevole importanza. Vale anche per le democrazie popolari perché esprime la reazione rispetto all’esperienza della sovranità limitata dovuta all’influenza dell’Unione Sovietica. Si traduce nella previsione di specifiche disposizioni in materia di partiti politici che vietano associazioni e partiti che reagiscano contro la sovranità nazionale. cosiddette democrazie protette. Per le democrazie popolari questo aspetto entrerà in gioco con l’adesione all’Unione Europea. L’ultima cosa è che nello studio delle transizioni l’altro elemento che le rende particolari è il fatto che la modalità delle transizioni si collegano alla storia diversa di questi paesi.
Dall’elezione di Gorbaciov a segretario del partito. cosiddetto Fattore Gorbaciov perché sarà essenziale per le transizioni sia nell’URSS sia nelle democrazie popolari.
Da questo punto di vista, l’affermazione che Gorbaciov farà della volontà di non intervenire nelle democrazie popolari sancendo la fine della dottrina di Breznev. I cittadini delle democrazie popolari vedevano però il loro interlocutore in lui.