il diritto americano è pensato come il prodotto di una esperienza giuridica unitaria a livello nazionale. Esistono certo alcune discipline di grande dettaglio in cui le variabili locali hanno estrema rilevanza ma il diritto americano è studiato in modo uniforme e le sue fonti di cognizione sono nazionali e non locali e necessitano di una sintesi.
Una sintesi è quella offerta dal Restatement. La massa dei casi decisi è semplicemente troppo grande per essere usata come fonte del diritto. Il restatment è una delle risposte alla domanda di semplificazione del diritto e delle sue fonti di cognizione proponendosi di tradurre in regole i trends evolutivi più promettenti che emergono dalla giurisprudenza. Rimane una compilazione privata la cui efficacia è data dalla sua forza persuasiva ossia al pregio che ogni singola compilazione acquista presso le corti.
La struttura delle fonti di cognizione del diritto in senso stretto è stata recentemente rivoluzionata dalla introduzione delle tecniche di trattamento dei dati per via elettronica. L’impatto dell’informatica è stato assai elevato nel caso dei dati giurisprudenziali. Sino all’avvento dell’elettronica le sentenze federali potevano essere lette in specifiche raccolte organizzate in modo cronologico. Per le sentenze della corte suprema esistono 3 raccolte, la più citata è la collezione ufficiale United States Reports US con citazione della sentenza nella seguente forma:
1) nome delle parti
2) nr. volume raccolta
3) nr. pagina volume
4) anno emissione.
Per la giurisprudenza degli stati esistono raccolte specifiche per ogni stato, ma sono usati pochissimo. Regna sovrano il National Reporter System.
Le limitazioni alla pubblicazione delle sentenze sono crollate con l’avvento dell’informatica. Ciò che rimane del vecchio sistema cartaceo è il sistema di citazione della giurisprudenza statale che fa rinvio al National Reporter System. Per quanto riguarda i dati legislativi va premesso che collezioni ordinate esistono solo per le leggi federali. Le ricerche rivolte al formante dottrinale sono necessariamente più complesse poiché questo formante si esprime mediante generi letterari assai diversificati. La letteratura giuridica americana si è formata attorno al genere del trattato, con apogeo verso la metà del XX secolo. Fioriscono le esposizioni manualistiche che forniscono una prima panoramica su una specifica materia. La produzione dottrinale è nella sua grande maggioranza rivolta a saggi che vengono pubblicati nelle riviste edite da ciascuna Law school.
Gli orientamenti della cultura accademica e delle professioni legali
la pretesa dell’analisi economica giuridica di consentire una adeguata scientificità al discorso giuridico si fonda su due fattori:
ricorso a criteri di dimostrazione geometrica tratti dall’economia teorica. Dimostrazione fornita da Ronald Coase che in un mondo in cui i costi di negoziazione siano eguali a zero le esternalità negative non hanno influenza sull’uso delle risorse e che l’effetto della ascrizione della responsabilità civile è parimenti ininfluente, ha fornito la base ad un amplissimo filone di ricerche scientifiche sul ruolo del contratto, dei diritti di proprietà e della responsabilità civile.
Analisi economico giuridica con cui si riesce a prevedere quali effetti sociali possono derivare dall’adozione di forme di responsabilità oggettiva in luogo di forme di responsabilità per colpa. Modesta capacità predittiva che consente di formulare ipotesi
criticals (abbreviato crits): decostruiscono il significato delle proposizioni precettive all’interno del sistema. L’analisi critica arricchisce al massimo il contesto nel quale le regole giuridiche vengono analizzate. Questa impostazione separa nettamente all’interno delle strategie argomentative dei giuristi ciò che è retorica da ciò che è logica. L’analisi dei crits si colloca su questo piano perchè è rivolta a mettere in risalto le elezioni di valore espresse o inespresse . Privilegiano i valori dell’eguaglianza e dell’equità. Le università producono nuovi indirizzi di ricerca che si sovrappongono ai crits.
Le diverse scuole di pensiero convergono nel privilegiare le analisi giuridiche in termini di policy, ossia rivolte agli esiti economico sociali dei meccanismi giuridici complessi. Lo scopo principale delle Law school rimane quello di formare avvocati e giudici. Negli USA la professione legale è unitaria, per ottenere la qualifica di lawyer è necessario passare un esame regolato da ciascuno stato. Vi sono forti differenze tra le Law schools (di élite e non) che tendono a preservarsi nella professione successiva. Il tono della professione legale è dato dai grandi studi cittadini. È da considerare che tra il mondo dell’educazione universitaria e la pratica professionale vi sono differenze strutturali.
mondo universitario → stile e testi sono uniformi ma varia la qualità degli insegnanti e degli studenti, che se ottengono un punteggio molto alto possono aspirare a scuole prestigiose, altrimenti dovranno accontentarsi. Le facoltà cercano di attrarre i migliori professori ai quali si offrono migliori condizioni di stipendio e di lavoro
attività forense → ha una maggior dose di prudenza, l’avvocato deve avere un elevato senso della misura e dell’equilibrio. È tramontata la figura di avvocato come uomo di cultura nel senso umanistico del termine. Sotto il profilo causale, il successo dell’avvocato dipende essenzialmente dalla capacità di interesse di un dialogo con due personaggi principali: giudice e burocrate. Il giudice americano non è necessariamente un avvocato di successo, anzi lo è sempre più raramente. Riserva le sue energie intellettuali nell’individuare la soluzione che possa costituire la regola guida migliore possibile per la comunità cui si rivolge.