Per alcuni autori è identificata come terza fase della giustizia costituzionale (dopo il 1989).
Prima fase (fino alla seconda guerra mondiale), la seconda dal dopoguerra fino alla caduta del muro.
La si può considerare terza fase perché queste esperienze si considerando per la ricchezza e varietà delle competenze delle corti costituzionali.
Al momento della transizione, il modello socialista era muto, nel senso che era esclusa qualsiasi forma di controllo di costituzionalità perché sarebbero state in contrasto con i principi fondamentali di quel modello (unità del potere dello Stato, ruolo delle assemblee, centralismo democratico). La stessa idea di costituzione bilancio. Tutti questi fattori portavano ad escludere da un punto di vista concettuale un controllo di costituzionalità. Il controllo era lasciato all’organo politico che adotta l’atto.
Verso gli anni 80 c’è la creazione in Ungheria e Polonia (82), in URSS (88) ma sono organi che svolgono una funzione soltanto consultiva. La decisione finale spetta in ogni caso all’assemblea. È una forma di controllo consultivo.
L’esempio più sintomatico di questa difficoltà e in Romania. Nella prima costituzione dopo la transizione aveva previsto una forma di controllo preventivo sulla costituzionalità della legge, tuttavia la costituzione stabiliva che qualora la Corte avesse rilevato un contrasto tra la legge in via di approvazione e la Costituzione, succedeva che la legge tornava al parlamento e se la riapprovava con maggioranza speciale la legge poteva entrare in vigore. “In questo caso l’eccezione di costituzionalità è respinta e la promulgazione è obbligatoria”. Nel 2003 con la riforma costituzionale quest’anomalia è stata eliminata, quindi la decisione della Corte è definitiva e vincolante.
Tutti i Paesi dell’est hanno introdotto delle forme di controllo di costituzionalità con delle caratteristiche molto peculiari dotate di poteri molto ampi e differenziati. Si riteneva che questo strumento fosse un elemento qualificante del modello democratico. Era un contrappeso al potere delle assemblee.
Le corti costituzionali erano fondamentali per poter eliminare la legislazione adottata nel precedente sistema. Un secondo aspetto riguarda al fatto che i costituenti potevano confrontarsi con modelli occidentali elaborati. La ricchezza delle attribuzioni dipende dal fatto che dal momento della transizione sono viste come un organo nuovo e indipendente estraneo ai poteri dello Stato e ogni volta che c’era il problema di allocare una competenza con funzione di terzietà e garanzia veniva attribuito alla Corte. C’era per converso una sfiducia nei confronti della magistratura ordinaria che era collegata ancora al vecchio regime.
Porta con sé il rischio di sovraesposizione e politicizzazione della Corte.
Un esempio emblematico è il caso russo quando ha dichiarato illegittimo l’ukaz 1400 del Presidente.
In realtà sono comunque riuscite a mantenere un ruolo chiave nella transizione.
Per vedere quale soluzione è stata adottata in questi Paesi bisogna ricordare che ci sono due modelli: americano (sindacato diffuso) e austriaco (sindacato accentrato con accesso per via incidentale).
In alcuni modelli è previsto un accesso diretto da parte dell’individuo.
In realtà le corti hanno una serie di altre funzioni:
– Arbitrale (che riguarda la garanzia della FDS riguardo alle competenze territoriali)
– Anche riguardo alla forma di governo, dirimendo i conflitti tra i vari poteri dello Stato.
Le Corti sono riuscite a mantenere questo ruolo chiave nel momento della transizione rimanendo fuori dagli scontri politici.
Tutti questi stati hanno adottato (eccezione Estonia) un modello accentrato, sia per ragioni storiche ma anche perché per modello diffuso deve esserci una fiducia verso la magistratura eppoi non c’era il meccanismo del precedente giurisprudenziale. In realtà in alcuni casi (Russia) questa scelta: da una parte la Corte costituzionale si vede attribuito il controllo di costituzionalità delle leggi. Nel caso della Russia nella prassi, la Corte suprema rivendicava la possibilità di fare un controllo sostanzialmente diffuso rivendicandolo sulla base dell’art. 15 della costituzione. (“efficacia diretta della costituzione”). La corte non ritiene che sia possibile applicare una legge in contrasto con la costituzione.
La corte Costituzionale riteneva che il controllo le fosse riservato in via esclusiva in base all’art. 125 (decisione emblematica del 1998) affermando che i giudici ordinari hanno l’obbligo (non la facoltà) di rivolgersi alla corte costituzionale sulla base di un meccanismo di controllo incidentale.
Struttura:
– CONTROLLO: accentrato con la creazione di organi ad hoc.
– COMPOSIZIONE: Attribuiscono prevalentemente di scegliere i giudici della corte alle assemblee parlamentari (in Ungheria eletti dal Parlamento, in Polonia dalla camera bassa). In Russia i giudici della corte art. 128 sono nominati dal Consiglio della Federazione (una delle sue camere) su proposta del Presidente, ma la scelta alla fine ricade su quest’ultimo. Nel 2009 in Russia è stata modificata la legge sulla corte costituzionale e si prevede che con la stessa procedura venga scelto anche il Presidente della Corte Costituzionale. Politicamente era giustificato sul fatto che avveniva lo stesso per la Corte Suprema.
– GARANZIE: Ci sono delle previsioni che tendono assicurare l’indipendenza dei giudici. Si richiede una specializzazione di competenza giuridica, una durata molto lunga del mandato (Russia orign. 12 anni e nel 2001 aumentata a 15 anni). Garanzie collegate allo status del giudice. Il fatto che non possono partecipare partiti politici o altre attività remunerative. Hanno però delle immunità.
– FUNZIONI:
- CONTROLLO SULEL LEGGI: da questo punto di vista è una novità rispetto al passato, con in più la ricchezza e la varietà del controllo sulle leggi e possiamo coglierla per quanto riguarda l’accesso alle corti costituzionali. In Russia c’è una notevole varietà di modalità differenziate di accesso alla Corte.
- Controllo di tipo preventivo: già prima che la legge entri in vigore (Romania, Ungheria o Slovenia). In Russia il controllo preventivo è sui trattati internazionali.
- Controllo di tipo successivo: sono le forme più ampie.
- Ricorso diretto: dei soggetti che possono rivolgersi direttamente alla Corte: è attribuito ad un numero di soggetti molto ampi (in Italia Stato e regioni, si istituzionali che soggetti rappresentativi di interessi sociali.
- soggetti istituzionali: l’art. 125 (Presidente, consiglio federazione, 1/5 parlamento, corte suprema della federazione ecc..)
- soggetti rappresentativi: in Polonia alle Chiese e alle associazioni religiose rispetto alle questioni che li rivolgono. In Slovenia vale per i sindacati.
- Ombudsman (difensore civico).
- Singoli cittadini ma per chiedere un controllo sulla legge (in Germania è invece finalizzato alla tutela ei diritti). Art. 125.4 cost russa. (condizione che ritenga lesi i suoi diritti). Ci sono casi in cui diventa azione in carattere popolare, a prescindere che ci sia una diretta violazione del suo diritto (Ungheria).
- Ricorso incidentale: richiesta da parte dei tribunali, o la Corte che solleva davanti a sé (Ungheria e Macedonia). Quest’ultima è collegata soprattutto alla fase di transizione per verificare le residue incostituzionalità.
- Ricorso diretto: dei soggetti che possono rivolgersi direttamente alla Corte: è attribuito ad un numero di soggetti molto ampi (in Italia Stato e regioni, si istituzionali che soggetti rappresentativi di interessi sociali.
– Oggetto del controllo: molte costituzioni attribuiscono un controllo non solo sulle leggi ma anche sugli atti normativi che sono sub-ordinati alla legge. C’è il controllo preventivo sui trattati. C’è quindi anche un controllo di legalità. È l’idea che la Corte sia un organo di chiusura garantendo il sistema complessivo delle fonti. In Russia, anche gli Ukaz del Presidente sono passibili di controllo. In Ungheria anche sulle omissioni legislative.
– Parametro: è la costituzione con i suoi principi e norme. Tuttavia in alcuni casi, quando la corte può valutare le fondi secondarie usa come parametro la legge stessa. Queste corti, alcune volte per espressa attribuzione, altre per prassi, utilizzano come parametro i trattati internazionali. (Ganino: la Russia utilizza molte volte la CEDU. In Italia fino a molti anni fa non venivano usati come parametro).
– Effetti delle sentenze: l’art. 125 (Russia) “perdono la loro efficacia” queste corti hanno rinviato nel tempo l’efficacia delle sentenze (Polonia alo prevede espressamente fino a 18 mesi. Calibrare le sentenze). In Russia adotta delle sentenze monito.
- ACCESSO DEI SINGOLI: quando ci sono violazioni dei loro diritti. In Russia l’accesso serve a chiedere di controllare la legge. In altri ordinamenti serve proprio per ottenere un controllo della Corte su casi di violazione dei loro diritti (magari richiedendo di aver esaurito il ricorso dai giudici ordinari). È un indice dell’attenzione data alla tutela dei diritti.
- DECISIONI SUI CONFLITTI TRA ENTI TERRITORIALI: sia per gli stati federali (Russia) ma anche per gli enti territoriali minori (autonomie locali). Art. 125
- Art. 85 (possibili conflitto tra soggetti);
- Tra organi dello stato (FDG) la corte costituzionale russa ha affrontato alcuni aspetti interessanti.
- FUNZIONE DI INTERPRETAZIONE DELLA COSTITUZIONE. Lo si attribuisce (art.125) espressamente “fornisce l’interpretazione”. È una interpretazione frutto di una richiesta specifica, astratta. (c’è anche in Ungheria). Può risolvere ex ante un conflitto dei poteri.
- In Russia rispetto alla forma di governo, sono chiamate a decidere sulla RESPONSABILITÀ DEGLI ORGANI DI VERTICE (Presidente della Repubblica. C’è in Croazia, Macedonia). In Russia è chiamata semplicemente a dare un parere sul procedimento e non è chiamata direttamente a giudicare è al Consiglio della Federazione a cui spetta la decisione.
- CONTROLLO SUI PARTITI: su partiti cosiddetti antisistema.
- Ulteriori applicazioni: dove serve un ruolo di garanzia (elettorale, referendum, giudici condannati in via disciplinare).