La Russia si presenta in una condizione molto diversa rispetto all’Europa occidentale (dove c’èra già la forma di governo parlamentare, era già in atto un fase di democratizzazione). La Russia veniva definita come l’ultimo bastione dell’assolutismo. C’era un sovrano che non aveva limitazioni da parte di organi rappresentativi. Si parla di Stato autocratico (governo di uno). Vedi legge fondamentale del 1906 (fotocopie) riporta espressamente la nozione di potere autocratico da parte dello Zar. C’era una forte struttura amministrativa-burocratica. Negli anni era stato creato un Consiglio di Stato che aveva solo funzione consultiva nella formazione delle leggi, c’era un Comitato dei ministri che aveva solo un ruolo di collaborazione. C’era anche un Senato ma aveva una veste di collaborazione e controllo sulle leggi ma sempre subordinato allo Zar. Non sono organi che esprimono una divisione dei poteri. Allo Zar viene riconosciuto un potere illimitato.
L’unico aspetto che fuoriesce è la presenza di assemblee anche deliberative a livello territoriale (nelle campagne) e rappresentavano l’elemento di maggior democraticità. (cd. ZEMSTVA). In Russia la servitù della gleba era venuta meno solo nel 1861. Nell’Europa occidentale l’800 è l’epoca delle codificazioni, in Russia c’è una frammentazione normativa, si arriva ad una semplice raccolta di tutta la legislazione in vigore solo all’inizio dell’800 (corpo delle leggi dell’impero russo), entra in vigore nel 1835 ed è formato da 60000 articoli raccolti in 15 volumi. Agli inizi del ‘900 ci sono ulteriori fattori di crisi che condurranno al crollo dell’impero zarista: crisi sul piano economico (sul piano agricolo e distribuzione delle terre dopo l’abolizione della Servitù delle gleba). Sul piano sociale insoddisfazione di contadini e operai ma anche professionisti e studenti che era comunque esclusa dal potere. Si sommano anche delle crisi sul piano internazionale.
Dal punto di vista delle forze politiche che entrano in gioco: forze riconducibili al liberalismo russo che si rifacevano ai modelli occidentali e forze più innovatrici (Partito Socialista Rivoluzionario) che aveva un’impostazione populista (mito del contadino, del villaggio, della cultura russa), e il Partito Socialista Democratico (si rifaceva al pensiero marxista). All’interno avevamo una corrente moderata minoritaria (menscevichi) e una corrente maggioritaria (bolscevichi) che saranno il motore della rivoluzione. C’è un periodo tra 1905 e 1914 dove emerge l’incapacità di fare un salto e rispondere alle esigenze di rinnovamento che la società poneva rispetto al sistema zarista. Nel 1905 l’elemento di crisi è la guerra col Giappone e la sconfitta e sul piano interno la cd. “domenica di sangue” in cui le truppe dello Zar sparano a dei manifestanti. In questa situazione di difficoltà lo Zar cerca di rispondere a delle risposte che potessero tacitare queste crisi.
Agosto 1905: La creazione della DUMA che è un’assemblea, in cui lo Zar non mette in discussione il modello autocratico ma prevede la creazione di quest’assemblea con funzione meramente consultiva che deve studiare e discutere i progetti di legge e che viene formata grazie ad un sistema elettorale complesso che finiva con escludere la classe popolare e i ceti medi. Si rende necessario un segnale ulteriore sintetizzato nel manifesto della libertà (ottobre 1905) dove lo Zar, a fronte di ulteriori conflitti, assume 3 promesse:
- Garanzia delle libertà civili tra cui venivano espressamente indicate l’inviolabilità della persona, libertà di coscienza e parola, libertà di riunione e associazione (libertà collettive).
- Garanzia di partecipazione alla Duma anche a quella parte di popolazione esclusa al voto e rinviando all’Assemblea stessa la scelta di introdurre il suffragio universale.
- Attribuzione alla DUMA di un intervento necessario della stessa sulle leggi. Diventa organo deliberativo e non più meramente consultivo
È un impegno forte che lo Zar assume.
È in questa fase che nascono i Soviet (collegi di delegati eletti dagli operai nelle fabbriche durante queste prime fasi di agitazione) che diventeranno l’elemento chiave sia nella rivoluzione che nel nuovo modello istituzionale dopo la Rivoluzione.
Nell’aprile del 1906 con l’adozione delle LEGGI FONDAMENTALI DELLO STATO che poi vengono qualificate come la costituzione russa del 1906. Sono adottate con UKAZ (decreto dello Zar). Queste leggi fondamentali (era una sorta di costituzione ottriata) cercano in qualche modo di superare il modello assolutista per introdurre una forma di monarchia costituzionale. Nelle prime norme si ha un riferimento al potere dello Zar (art.4). Le norme successive cercano di introdurre in maniera embrionale forme di limitazione del potere.
La forma di governo:
Introduzione di un sistema bicamerale con due organi:
– Consiglio Dell’impero: formato da componenti di nomina da parte dello Zar;
– DUMA: che era invece elettiva che poteva essere sciolta dallo Zar. Poter che utilizzerà per ottenere una duma più vicina alle sue posizione.
Potere legislativo: sulla base dell’impegno assunto nel 1905 nessuna legge poteva entrare in vigore se non c’era un’approvazione da parte della Duma (manifesto d’ottobre). Tuttavia nessuna legge poteva entrare in vigore se non aveva la sanzione regia e soprattutto in alcune materie lo Zar aveva l’iniziativa legislativa in via esclusiva*, in particolare per le leggi fondamentali (Revisione della costituzione è una di esse). Lo Zar mantiene il poter di adottare UKAZ (atti normativi con forza di legge) nei periodi in cui la Duma non è riunita (tra una sessione e l’altra).
Potere esecutivo: Consiglio dei Ministri: per il quale vien fissata (art. 123) la responsabilità politica nei confronti dello Zar (è monarchia costituzionale). L’art. 10: potere esecutivo nelle mani dello Zar.
È evidente che non c’è rapporto fiduciario col parlamento.
* Lo Zar ha potere esclusivo: politica estera, comando dell’esercito, dichiarazione di guerra. C’è in sostanza un potere ribadito allo Zar.
C’è un capitolo dedicato ai diritti & doveri dei sudditi russi (anch’esso impegno nel manifesto d’ottobre):
– libertà riunione, associazione, ecc. dovevano poi confrontarsi con legislazione ordinaria che era molto limitativa dei diritti e il mantenimento di uno Stato di Polizia soprattutto dei momenti di crisi.