Si parla di comunismo di guerra perchè di fatto siamo in una situazione di guerra civile per affermare pienamente la posizione del PCR e di guerra esterna sul piano internazionale. È una fase molto complessa ma in cui c’era un’impostazione utopistica, e si immaginava di poter realizzare da subito il comunismo. Se volessimo definire questa fase la chiameremmo di transizione verso il modello socialista, con un passaggio di tipo rivoluzionario. Le fasi di transizione sono di intensa produzione normativa. In questa fase vengono adottati tutta una serie di provvedimenti normativi legati a questa nuova visione che si voleva realizzare (lavoro, famiglia ecc.). Nel 1917 Lenin diceva che non era importante che le disposizioni vengano eseguite, devono avere la funzione pedagogica di istruire le masse. La totale sfiducia con il passato (anche dal punto di vista del diritto) vengono aboliti i vecchi tribunali creando tribunali popolari che sono chiamati a giudicare secondo la coscienza rivoluzionaria e sul sentimento socialista di giustizia. Questa impostazione si collega alla cd. legalità rivoluzionaria. È una subordinazione del diritto alla politica rivoluzionaria.
Gli atti adottati in questa prima fase: parliamo della Russia, non c’è ancora lo Stato federale.
– dichiarazione dei diritti dei popoli della Russia: parte dalla rivoluzione di ottobre e mette in luce la funzione affrancatoria del nuovo regime applicandoli ai popoli presenti all’interno dell’Impero zarista. Si affermano alcuni dei principi tipici delle costituzioni socialiste: uguaglianza e sovranità dei popoli della Russia, e soprattutto il diritto alla libera autodeterminazione fino alla Separazione. (É una clausola che ci sarà in tutte le costituzioni ma nessun popolo di fatto la potrà esercitare se non nel periodo ormai finale). Sarà all’origine di quel federalismo che darà rilievo alle diverse componenti etniche.
– Prima costituzione socialista federativa sovietica ma Russa (Luglio 1918): primo tentativo di carta costituzionale che dia attuazione a i principi rivoluzionari. È adottata nel luglio del 1918 e all’inizio dello stesso anno era sciolta l’assemblea costituente ma questa costituzione sarà adottata dal Congresso Panrusso dei Soviet. Prevede una prima parte dedicata ai diritti (Dichiarazione dei diritti del popolo lavoratore sfruttato adottata qualche mese prima) e poi la seconda parte che riguarda le disposizioni generali. Affermazione dei nuovi principi rivoluzionari.
- Art.1 “la Russia è dichiarata repubblica dei soviet dei deputati operai e cittadini e tutto il potere appartiene ad essi”.
- Art.3 indica lo scopo fondamentale “ridurre ogni forma di sfruttamento e abolire la divisione della società in classi”.
- Art.9 “compito della Costituzione consiste nell’instaurazione della dittatura del Proletariato”. Un aspetto interessante sul piano dei diritti politici: l’obiettivo di superare la divisione in classe si traduce in un’esclusione dei diritti politici per determinate categorie di cittadini ritenute irrecuperabili rispetto alla causa rivoluzionaria.
- Art. 65 c’è l’elenco di categorie (nobiltà, piccoli commercianti, clero ecc…) il voto non era paritario, il voto degli operai pesava di più. Il voto veniva espresso pubblicamente ed era una forma di condizionamento molto forte. Questa nuova impostazione si traduce sul piano dell’organizzazione del potere con l’approccio allo schema fondamentale che sarà in tutte le costituzioni.
Organizzazione poteri: organo chiave è la forma assembleare, è il centro della FDG è una sorta di piramide di assemblee in cui il popolo elegge direttamente i propri deputati a livello locale e poi via via questi eleggono i soviet del distretto e poi a livello nazionale era il Congresso Panrusso dei Soviet a cui, secondo la Costituzione, spetta il potere superiore (art.24). A sua volta questo Congresso elegge un proprio Comitato Esecutivo Centrale che in un certo senso garantisce la continuità e l’esercizio del potere quando il Congresso non è riunito. Accanto ad esso c’è Il Consiglio dei Commissari del Popolo che viene eletto dal Comitato Centrale: ha l’amministrazione generale. Il potere spetta alle assemblee, non c’è più la divisione del potere.
Profilo del Diritti: rispetto ai diritti di libertà classici (riunione, manifestazione del pensiero) sono comunque subordinati all’esigenza della creazione della società comunista. L’art. 23 prevede la possibilità di individuare individui o gruppi che esrcitino diritto contro gli obiettivi rivoluzionari. Accanto a questo c’è un altro aspetto interessante. Il fatto che si assicura almeno formalmente una garanzia materiale dei diritti, perché uno dei limiti del modello liberale è il fatto che i diritti venivano riconosciuti, qui invece lo Stato assicurava anche gli strumenti necessari per esercitare questi diritti (es. tipografia, locali per svolgere le riunioni, vedi art. 14,15,16). Era comunque nei fatti un ulteriore strumento di controllo (l’accesso alla tipografia).