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La politica contro la fede

La fede, in quanto elemento del tutto irrazionale, va accantonata per rintracciare una humana certitudinem nei fatti della politica: Marsilio indaga la politica come dimensione umana che si può osservare con gli strumenti della ragione.

La politica: è legata ai bisogni naturali, deve fornire un ordine legale stabile dove possano trovare ospitalità i bisogni umani, anche tra loro molto differenti.

Essa non è legata alla fede e alla carità. La teologia non può scrutare il fenomeno politico (campo riservato alla razionalità). Marsilio vuole pertanto fondare l’autonomia del tutto laica della vita civile.

Godimento nella vita terrena

Alle pretese di una indefinita “vita buona” nell’aldilà, oppone il vivere in questo mondo terreno.

Nel mondo terreno si deve vivere bene, dunque il godimento del presente acquista una sua dignità.

Le contese tra gli uomini devono essere regolate secondo la legge.

Nei casi non previsti dalla legge, il governante deve agire con prudenza, giustizia, equità: deve usare cioè qualità politiche, non la caritas cristiana.

Il civis (il cittadino) partecipa attivamente alle preoccupazioni del presente, alle comodità del mercato; vede nella rimozione del disagio pratico una espressione della sua libertà

Il regnum (lo stato), organizza un suo spazio politico contro il cosmopolitismo della Chiesa e dell’impero; ha un solo centro di comando che monopolizza le risorse del potere, eliminando tutte le pretese di sovranità minori diperse nel territorio.

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