All’interno dei codici per Borges si trova un mondo di tradizioni secolari di legislatori e giuristi che fanno emergere una storia universale dell’infamia attribuita alle pene quanto ai delitti. Si è attuata una cancellazione delle tracce che però cmq rimangono. Il Codice Penale moderno deve definire cosa fosse interno e cosa esterno alla comunità nonché come si dovesse regolare la trasgressione prodotta all’interno della stessa senza che la comunità entrasse in crisi

La storia del diritto penale è cosparsa di tentativi di limitare ogni arbitrio e prepotenza minimizzando la violenza, attraverso divieti e punizioni regolate. E’ quindi una storia che vuole far scomparire la figura del male, del sacro e del nemico, sebbene poi questa possa tornare sotto es. le spoglie moderne del pentito: ma tranne che per il discorso specialistico dei giuristi nel sistema italiano non gli è mai stata fatta una necessaria attenzione quasi a voler fare rimozione pubblica del problema. L’eccezione è es. quella scritta dallo studioso Cottino che parla di 2 anni di colloqui con un uomo che è stato assassino e che ha preso le distanze dalla Mafia, dando in pratica uno sguardo sulla normalità del male tipica di una scelta criminale, dando quindi al male l’aggettivo di decifrabile. Condizione necessaria è quindi il pentimento: esso mette in gioco l’esser un’altra persona che prende le distanze da un altro tempo narrandolo ma avendo discontinuità dallo stesso. Immedesimarsi con l’ambiente sarà utile per chi deve ascoltare un pentito: è questa la grande lezione del giudice Giovanni Falcone.

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