Spesso al fine di consentire l’individuazione di un limite da tutti riconoscibile oltre al quale la ricerca e la biotecnologia non può spingersi, vengono evocati il concetto del rispetto della persona e quello della sacralità dei diritti umani.
I due valori sono richiamati con la pretesa di porli come punto di partenza per un procedimento deduttivo in base al quale ricavare regole perfettamente condivisibili da tutti.
In realtà tale richiamo non può porsi come punto di partenza … si tratta solo di due endoxa apparenti.
Per capire il perché occorre analizzarli separatamente.
Iniziamo con il primo endoxon in base al quale il procedere della biotecnologia dovrebbe trovare un limite nel rispetto dei diritti umani.
Va subito detto che la tutela dei diritti dell’uomo è uno dei principali endoxon del mondo occidentale, esso inoltre è richiamato sia dalla nostra costituzione all’art.2 che da molti testi giuridici europei.
Proprio per questo appare a molti come un buon punto di partenza, un buon fondamento per individuare una scelta condivisibile in campo bioetico.
Possiamo ricordare ad es. la Convenzione di Oviedo del 1997 elaborata dal Consiglio d’Europa in cui è ben rappresentato l’orientamento del pensiero che ha determinato molte scelte europee in tema di biotecnologie. Infatti l’intera convenzione ha come fine il proteggere i diritti umani e la dignità e tutti i suoi articoli devono interpretarsi in quest’ottica, il diritto alla tutela spetta a tutti gli esseri umani senza alcuna distinzione da qui il divieto di modificare il genoma umano se non per stretti evidenti motivi di prevenzione, di diagnostica o di terapia e il divieto della creazione di embrioni per la ricerca.
O ancora possiamo ricordare la direttiva 98/44/CEE sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche che si fonda sui diritti fondamentali dell’uno, in particolare dignità e integrità.
I riferimenti appena visti testimoniano il carattere di luogo comune (di endoxon) del valore del diritto umano. Tale endoxon sul valore del diritto umano anche se suggestivo pone le premesse per un’argomentazione eristica, che inganna, x il carattere vago ed ambiguo che lo caratterizza.