Una parte della dottrina dubita ritiene riguardo al reato plurisoggettivo, che senza via di mezzo o si è coautori di un reato a concorso necessario o, al massimo , si potrà assumere il ruolo di favoreggiatore. Per Gallo questa opinione non ha basi giuridiche. Innanzitutto si utilizza una terminologia che può portare inganni, in quanto concorso esterno sembra alludere a una forma di concorso contrapposta al “concorso interno”. Ma concorso interno è espressione che sarebbe priva di senso, perchè il concorrente interno non è altro che il coautore necessario. In pratica questa dottrina, parlando di “concorso esterno”, si dimentica l’indispensabile contrappunto, che è il concorso interno. Per Gallo dal punto di vista dei requisiti oggettivi dell’atto di partecipazione, sarà indispensabile un contributo causale alla permanenza e al funzionamento della struttura plurisoggettiva, mentre dal punto di vista dell’elemento psicologico il concorrente eventuale dovrà aver consapevolezza del dolo, quasi sempre specifico, degli autori del reato plurisoggettivo: non dovrà condividerlo. Sarà sufficiente la volizione del proprio comportamento attivo ed omissivo, accompagnata dalla rappresentazione del contributo causale e di ciò che vogliono e si rappresentano gli autori diretti del reato plurisoggettivo. Dal concorso eventuale vanno distinti il favoreggiamento personale e quello reale (in quanto sono imperniato sull’aiuto prestato ad una o più delle persone che ne fanno parte).

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