Una parte della dottrina pone al di sopra delle norme consuetudinarie un’altra categoria di norme generali non scritte, i principi. A detta di Quadri, tali principi costituirebbero le norme primarie del diritto internazionale e sarebbero espressione immediata e diretta della volontà del corpo sociale. Tra di essi, in particolare:
- due avrebbero carattere formale, limitandosi ad istituire fonti ulteriori:
- consuetudo est servanda;
- pacta sunt servanda.
L’osservanza delle consuetudini e degli accordi, quindi, si spiegherebbe in quanto voluta e imposta dalle forze prevalenti nell’ambito della comunità internazionale. In tal modo, peraltro, consuetudine e accordo sarebbero entrambi fonti di secondo grado.
Dalla dottrina comune in tema di gerarchia delle fonti internazionali, al contrario, la consuetudine è considerata come fonte primaria, mentre si ritiene che l’accordo, fonte secondaria, tragga la sua forza dalla consuetudine (pacta sunt servanda come norma consuetudinaria);
- altre avrebbero carattere materiale, disciplinando direttamente rapporti tra Stati. Tali principi materiali potrebbero avere qualsiasi contenuto, a seconda che le forze prevalenti si combinino per volere una certa disciplina di una determinata materia (es. libertà dei mari).
La concezione di Quadri, tuttavia, non appare accettabile. Non sono i principi formali a suscitare riserve. Quello che non convince e che porta a respingere l’intera categoria dei principi è la possibilità, del resto coerente, di ricostruire principi materiali indipendentemente dall’uso, e di ricostruirli fino alle estreme conseguenze. Un gruppo di Stati, quindi, disponendo della forza necessaria, potrebbe imporre la propria volontà a tutti gli altri membri della comunità internazionale (legittimazione giuridica di abusi internazionali).
La teoria del Quadri non è avallabile tanto più dal punto di vista di un operatore giuridico interno. L’interprete dell’art. 10 co. 1 Cost., ad esempio, dovendo stabilire quali norme internazionali generali siano da applicare in Italia, si dovrebbe chiedere volta a volta se non vi siano imposizioni, in una determinata materia, da parte delle forze dominanti nella comunità internazionale