Un primo ampliamento si è avuto il 22 gennaio 1972 quando quattro Stati (Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda e Norvegia) hanno aderito alla Comunità firmando un trattato di adesione; di essi soltanto tre (in Norvegia il trattato è stato respinto da un referendum popolare) hanno perfezionato le procedure di ratifica e sono entrati a far parte della Comunità.
Il secondo ampliamento “verso sud” si è avuto per Grecia, Spagna e Portogallo. Il 1° gennaio 1981 la Grecia faceva il suo ingresso nella Comunità. Successivamente, a seguito della decisione adottata dal Consiglio il giorno precedente, il 12 giugno 1985 a Lisbona (al mattino) e a Madrid (nel pomeriggio) è stato firmato il trattato di adesione alla Comunità di Spagna e Portogallo. L’atto ha segnato la conclusione di un negoziato di eccezionale lunghezza (la domanda era stata presentata dai due Stati sin dal 1977 ed i negoziati si erano aperti nel 1978) e, rispetto al precedente primo ampliamento, di complessità straordinaria. L’ingresso nella Comunità è poi avvenuto il 1° gennaio 1986.
Sul piano dell’assetto istituzionale le modifiche sono state limitate ai soli adattamenti richiesti per assicurare la partecipazione dei nuovi membri agli organi della Comunità. Data la prevalenza del criterio demografico e la classificazione dei membri precedenti in quattro categorie (Stati «grandi», con popolazione tra i 50 e i 60 milioni di abitanti; Stati «medi», cioè Belgio Grecia e Olanda, con popolazione tra i 10 ed i 15 milioni; Stati «piccoli» come la Danimarca, di 5 milioni, e l’Irlanda di 3; infine, a parte, il Lussemburgo) è stato facile assimilare il Portogallo a Belgio, Grecia ed Olanda, ma sono stati necessari particolari accorgimenti per la Spagna che, con i suoi 38 milioni di abitanti, resta lontana dai grandi pur essendo considerevolmente superiore ai medi.
L’unificazione tedesca, avvenuta a seguito degli avvenimenti del 1989, ha fatto sorgere uno Stato supergrande (82 milioni di abitanti).
Il 2 maggio 1992 è stato firmato a Oporto l’accordo istitutivo dello Spazio economico europeo (SEE) tra la Comunità più gli Stati membri (accordo “misto”), da una parte, e gli Stati membri dell’EFTA dall’altra.
Il 1° gennaio 1995 l’Austria, la Finlandia e la Svezia sono entrate nell’Unione europea. Il trattato di adesione è stato firmato il 24 giugno 1994.
Il significato dello Spazio economico europeo si è molto ristretto per effetto dell’adesione alla Comunità di Svezia, Austria e Finlandia nonché della mancata ratifica della Svizzera, la quale ha respinto l’adesione a seguito di un referendum popolare. Sono rimasti quindi soltanto Islanda, Norvegia e Liechtenstein.
Dopo la caduta del muro di Berlino (1989) e per effetto della distensione creatasi in Europa tra Stati occidentali e democrazie popolari filosovietiche, queste ultime hanno recuperato la loro autonomia in politica estera e hanno posto la loro candidatura all’Unione europea.
Così la Commissione ha potuto accettare la candidatura di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovenia, Estonia e Cipro ai negoziati di adesione, operando una scelta rispetto alle altre candidature fondata su criteri estremamente precisi: pregiudiziale democratica, prospettive economiche etc.
Al “vertice” europeo di Copenaghen (12-13 dic. 2002) l’Unione europea ha deciso di ammettere sette paesi già membri del “blocco” sovietico (Polonia, Ungheria, Rep. Ceca, Lituania, Estonia, Slovacchia e Lettonia) più Slovenia, Malta e Cipro a far tempo dal 1° maggio 2004. Il 16 aprile 2003 ad Atene è stato firmato il trattato di adesione dei dieci nuovi membri. Non appena saranno perfezionate le procedure di ratifica, i membri dell’Unione europea saranno 25. Bulgaria e Romania seguiranno nel 2007. Il negoziato per l’adesione della Turchia avrà inizio nel dicembre 2004.
L’allargamento comporterà delle modifiche nella composizione degli organi dell’Unione europea che verranno segnalate nei luoghi pertinenti.