Quando si parla di uguaglianza si fa riferimento ad un valore essenziale, costituzionale, del diritto del lavoro. Risulta tuttavia necessario chiedersi a quale eguaglianza si faccia riferimento. Il concetto di eguaglianza sostanziale dell’art. 3 co. 2 Cost., pur rimanendo abbastanza indeterminato, alludeva in qualche modo ad un progetto di redistribuzione dei redditi, e quindi di realizzazione di condizioni quanto più vicine all’eguaglianza fra ceti pur diversamente posizionati in partenza (es. lavoratori e imprenditori). A prescindere dal concreto significato di questo riferimento, tuttavia, la vera questione è quella di stabilire se e come l’ordinamento positivo, che deve farsi strumento di realizzazione del valore costituzionale in esame, si è nei fatti evoluto in relazione ad esso.
 Nel corso del XX secolo il diritto del lavoro è stato un potente strumento volto alla redistribuzione dei redditi in direzione dello sviluppo economico e sociale. Sebbene tale diritto abbia operato in funzione dell’eguaglianza sociale, tuttavia, ciò non significa anche che i diritti dei lavoratori debbano per forza giustificarsi tutti in relazione ad un principio di eguaglianza così inteso. In sostanza, una cosa è che lo Stato si preoccupi del soddisfacimento dei beni primari dei lavoratori (art. 36) in quanto cittadini ed in quanto persone, altra è perseguire un progetto di eguaglianza sociale assoluta, che porti il lavoratore, ad esempio, ad avere redditi uguali a quelli del capitalista. Nell’attuale società frammentaria, inoltre, i valori assumono una connotazione sempre più pluralistica. Accanto all’uguaglianza, quindi, che pur rimane uno dei valori fondanti della disciplina, tende a risaltare l’importanza di altri valori, a cominciare da quello della libertà .
 La stessa istanza di uguaglianza, poi, tende a ripresentarsi come richiesta di uguaglianza orizzontale, ossia tra i lavoratori, tema questo che, a sua volta, ha un duplice possibile sviluppo:
- divieti di discriminazione.
misure volta a realizzare un’eguaglianza di opportunità , ossia programmi selettivamente finalizzati a stabilire un’eguaglianza dei punti di partenza fra tutti gli individui