Sono controllati ed affidati in concessione dall’Autorità portuale mediante gara pubblica.
Rientrano nella categoria dei servizi di interesse generale quei servizi portuali che presentano tutte queste caratteristiche:
sono offerti all’utenza portuale, con esclusione, quindi, dei servizi organizzati per conto proprio dagli operatori del porto;
sono forniti a titolo oneroso;
non sono coincidenti né strettamente connessi con determinate operazioni portuali identificate dalla L. 84/1994;
alla corretta fornitura degli stessi si connette un interesse generale.
Sono stati, in seguito, qualificati servizi di interesse generale:
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i servizi di illuminazione;
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i servizi di pulizia e raccolta di rifiuti;
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la gestione delle stazioni marittime passeggeri;
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il servizio ferroviario svolto in ambito portuale;
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ecc…
L’impresa terminalista
La L. 84/1994 individua un sistema nel quale i terminali portuali sono gestiti da operatori privati, selezionati dall’Autorità Portuale che valuta la conformità della gestione privata di quell’area del demanio portuale agli obiettivi di interesse pubblico ad essa connessi.
Secondo la dottrine la nozione di “terminale portuale” individua uno spazio del porto attrezzato, costituito da banchine, magazzini, pertinenze, ecc…che consenta al terminalista di svolgere il ciclo completo delle operazioni portuali.
La gestione dei terminali marittimi è affidata mediante concessione ad imprese private autorizzate ad eseguire le operazioni portuali, ma prima bisogna controllare i programmi e le effettive potenzialità operative delle imprese che richiedono l’impiego esclusivo degli spazi demaniali.
L’Autorità portuale deve accertare, prima di rilasciare la concessione, la sussistenza, in capo alle imprese richiedenti, di un programma di azione e di investimenti che incrementi i traffici e la produttività del porto nonché di un organico di lavoratori proporzionato al programma di attività.
Pertanto l’imprenditore terminalista, alla luce della L 84/1994, è l’imprenditore privato beneficiario del provvedimento di concessione di aree e banchine del demanio portuale e del provvedimento di autorizzazione a svolgere operazioni portuali il quale gestisce professionalmente un terminale marittimo; dunque è responsabile verso gli utenti delle operazioni portuali.
La stessa legge, però, vieta che lo stesso imprenditore possa essere investito della gestione di più di una infrastruttura complessa portuale, a meno che l’attività in questione sia diversa.
L’Autorità Portuale ha l’obbligo di effettuare dei controlli annuali per verificare la sussistenza dei requisiti in possesso al momento del rilascio della concessione e l’attuazione degli investimento previsti.