Oltre che di persone, l’organizzazione dell’impresa si compone anche di beni, ovvero, secondo il disposto dell’art. 2555, di quel complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. Tali beni costituiscono l’azienda.
L’identità dell’azienda come complesso deriva dal vincolo rappresentato dalla comune destinazione dei beni a costruire lo strumento dell’attività di impresa. Di fronte a questa unità funzionale la dottrina ha a lungo discusso relativamente alla sua rilevanza formale, trovando di volta in volta varie soluzioni:
- quella che fa riferimento al concetto di universitas, la quale tuttavia urta contro la caratteristica per cui quest’ultima deve essere sostituita di una pluralità di cose mobili che appartengono alla stessa persona.
- quella che fa ricorso alla categoria dei beni immateriali, unificando il tutto nel valore non corporale dell’organizzazione, la quale tuttavia tende a configurare l’azienda come un bene unico, sebbene l’art. 2556 faccia salva l’osservanza delle forme stabilite dalla legge per il trasferimento dei singoli beni .
Da questa soluzione nasce la teoria atomistica, ossia il riconoscimento che l’azienda è priva di una propria identità personale.
La nozione contenuta nell’art. 2555 è in realtà utile e sufficiente soltanto ai fini di individuare in linea di fatto il complesso dei beni destinati a servizio di una determinata attività di impresa. Per il resto questa nozione è lasciata da parte. Gli artt. 2556 e seguenti, infatti, smentiscono sostanzialmente l’angusta definizione contenuta nell’art. 2555.