Gli organi, come detto, sono entità giuridiche organizzate secondo una struttura, più o meno complessa, creata da leggi e da regolamenti. Mentre le prime, le leggi, definiscono la sua struttura generale, i secondi, i regolamenti, delineano i particolari interni a tale struttura generale, rendendo in ogni caso questa stessa struttura un complesso giuridico.

 Un problema di difficile soluzione porta a domandarsi:

  • l’organo consiste nella persona fisica o nell’istituzione?

Entrambe le osservazioni sono giuste, ma è necessario sottolineare che, sebbene sia necessario che l’organo sia ricoperto da una persona fisica, può anche accadere che tale persona fisica non ci sia, senza però che l’organo perda la sua funzione.

  • l’organo deve essere considerato come un’istituzione o come un centro di attribuzioni?

Anche queste due osservazioni hanno qualcosa di vero, perché la tesi dell’organo              come centro di attribuzioni sottolinea il momento delle sfere di competenza di ciascuno di questi organi come un momento essenziale per la loro stessa esistenza.

 Le categorie degli organi:

Gli organi si distinguono in molteplici categorie:

  • costituzionali (immediati).
  • derivati.
  • primari, se hanno una competenza propria.
  • secondari, se hanno una competenza esclusivamente sostitutiva.
  • attivi, se formano e manifestano la volontà dello Stato.
  • consultivi, se concorrono a formare la volontà dello Stato.
  • di controllo, se controllano l’atto emanato da quelli attivi.
  • individuali, se sono composti da persone singole.
  • collegiali, se sono composti da più persone, le cui volontà all’atto della deliberazione scompaiono per far posto a quella del collegio cui appartengono.

   Tali organi collegiali pongono dei problemi particolari:

  • per deliberare devono essere convocati secondo norme prestabilite.
  • per poter funzionare devono raggiungere un certo numero di presenze (numero legale).
  • per deliberare, in molti casi, sono stabiliti dei numeri legali assenzienti, che devono essere raggiunti perché le proposte vengano approvate. Si parla dunque di maggioranza semplice o di maggioranza qualificata.
  • semplici o complessi, se formati da più organi semplici.
  • interni o esterni.
  • centrali o locali.

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