L’approvazione del disegno di legge sulla libertà religiosa non sarebbe sufficiente a superare qualsiasi problematica, soprattutto per quanto riguarda la confessione islamica, un’intesa con la quale comporterebbe una serie di difficoltà:

  • l’irriducibile pluralità della rappresentanza confessionaleha determinato l’esistenza di tre diversi enti che reclamano di rappresentare a pieno titolo la confessione islamica e che hanno in tempi diversi presentato al Governo italiano una distinta proposta di intesa. In altri paesi si è cercato di ovviare a questa pluralità di rappresentanze con soluzioni diverse, mentre in Italia non è stata ancora trovata un’efficace soluzione definitiva:
    • in Spagna le due Federazioni nelle quali si raggruppavano le diverse Comunità islamiche sono state invitate a costituire un ente unitario come organo rappresentativo dell’islamismo spagnolo con il quale lo Stato potesse negoziare e stipulare un’intesa;
    • in Belgio si sono organizzate le elezioni di un organo rappresentativo del culto islamico destinato ad essere l’interlocutore delle autorità dello Stato ;
    • in Francia si è favorita l’approvazione di una Charte du culte musulman en France, che definisce lo statuto giuridico dell’islam in Francia;
    • in Italia si è avviato un tentativo di dialogo unitario con le componenti islamiche presenti nel nostro paese mediante l’istituzione della Consulta per l’islam italiano, soluzione questa che ha tuttavia ricevuto critiche sia sul versante politico sia sul versante giuridico. È stato poi presentato al Senato un disegno di legge (n. 937 del 2006) per la Istituzione del Consiglio delle associazioni islamiche italiane , un organismo collegale con funzioni consultive del Governo e della Pubblica amministrazione;
    • a prescindere dal problema della rappresentatività, la distanza culturale che separa le tradizioni culturali del nostro paese da l’islam potrebbe comunque rendere piuttosto disagevole trovare sul piano dei contenuti soluzioni che possano ritenersi soddisfacenti, nel senso che riescano seriamente a coniugare l’osservanza della regola di fede con il rispetto dei doveri civili e delle norme di legge.

Occorre quindi soffermarsi sulle possibili soluzioni a questi due principali problemi:

  • rispetto al problema della rappresentanza si potrebbe pensare ad un’intesa aperta, alla quale ciascuna comunità islamica possa aderire senza rinunciare necessariamente alla propria pretesa rappresentatività;
  • rispetto al problema della distanza culturale si potrebbe pensare ad un miglioramento della struttura normativa dell’intesa (es. utilizzare lo schema comunitario).

In linea generale, comunque, si potrebbe pensare ad abbandonare il modello di intesa omnibus per procedere a piccole intese, finalizzate alla risoluzione di determinati problemi pratici. Sembra proprio questo il futuro delle intese: una struttura snella a contenuti definiti, ma con un articolato di disposizioni organizzato in modo da rendere evidenti le ragioni dell’accordo e i significati attribuiti dalle parti ai termini utilizzati.

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