Il movimento sindacale si è espresso attraverso forme organizzative e rapporti con il sistema assai diversi a seconda dei tempi e dei luoghi. In generale, comunque, l’identità di un sindacato è connotata, in primis, dal tipo di modello organizzativo, ossia dalla composizione dei soggetti che vi aderiscono (es. lavoratori, imprenditori).
Tra i sindacati di lavoratori, i principali sono i seguenti:
- i sindacati di mestiere, che si creano dall’aggregazione di lavoratori accomunati dal fatto di svolgere un medesimo mestiere.
Tali sindacati, sebbene siano sorti nell’Ottocento assumendo l’eredità delle corporazioni medievali, esistono tuttora, e conoscono rinascite quando categorie di lavoratori, insoddisfatti del modo in cui sono considerati dal sindacalismo generale, si coalizzano in organizzazioni separate, allo scopo di difendere meglio i propri interessi.
- i sindacati dei dirigenti e dei quadri, che si creano dall’aggregante di soggetti che ricoprono una posizione apicale o sub-apicale nella scala gerarchica aziendale. Dato che i dirigenti sono i diretti collaboratori dell’imprenditore, infatti, non avrebbe senso che essi facessero parte dei sindacati <<generali>>.
- i sindacati di industria (di categoria), che si creano dall’aggregazione di tutti i lavoratori operanti in un medesimo settore economico (es. metalmeccanici, bancari). Tali sindacati realizzano un’aggregazione più ampia di interessi, ed hanno, quindi, una visione complessiva dei medesimi, pur essendo poi costretti a operare selezioni interne fra essi, cosa che principalmente si verifica nel momento della stipulazione dei contratti collettivi.
I sindacati italiani piĂą importanti sono ascrivibili a tale modello, sebbene si differenzino, a loro volta, in ragione delle varie identitĂ politico-sindacali (es. settore metalmeccanico: FIOM/CGIL, FIM/CISL e UILM/UIL).
- i sindacati confederali (es. CGIL, CISL e UIL), che, raggruppando i lavoratori accomunati da una medesima identitĂ politico-sindacale, aggregano anche le rispettive associazioni di categoria, ma in questo caso su base <<orizzontale>>, ovvero intercategoriale.
I sindacati confederali, essendo quelli dotati di maggiore caratterizzazione politica, sono, come tali, i protagonisti della concertazione.
- i sindacati di azienda (COBAS), che si costituiscono all’interno di una singola azienda, in genere per esternare il loro dissenso dal sindacato generale.
 A fronte del sindacalismo dei lavoratori, si è sviluppato, sia pure come mero sindacalismo <<di risposta>>, un vasto e variegato sindacalismo imprenditoriale. Il modello organizzativo di tali sindacati tende a plasmarsi su quello del sindacalismo contrapposto, con un’associazione di categoria (es. settore metalmeccanico: Federmeccanica) che stipula i contratti nazionali di categoria, ed una più ampia struttura confederale che, raggruppando le istanze di categoria (es. Confindustria, Confcommercio, Confartigianato), è anche qui il soggetto della concertazione.
 Nella recente pubblicistica, hanno cominciato ad apparire indagini sui maggiori sindacati dei lavoratori, tese principalmente a denunciare fenomeni di mancanza di trasparenza. La cosa deve essere registrata, se non altro, come segno del fatto che, dopo un periodo nel quale il potere dei sindacati era complessivamente cresciuto, sembra ormai vicino, per i sindacati italiani, il momento di una maggiore verifica pubblica. Il sindacato, infatti, come ogni altra realtà organizzativa, può essere soggetto a degenerazioni, anche di mero interesse e potere, le quali tuttavia, non devono determinare effetti di screditamento generalizzato.