Ci si chiedeva cosa potesse essere: Andrea d’Isernia diceva che probabilmente era un nomen novum, ma dal 1500 con l’umanesimo che attizzava il suo gusto per la storia venne di moda mettere in discussione con argomenti eruditi il problema delle origini del feudo. Esso è un istituto medievale che però designa delle strutture che potremmo poi ritrovare in altri momenti della storia certamente non medievali in quanto più lo stato centrale è assente più le società si organizzano in maniera feudale (esempio: i picciotti che giurano di obbedire agli ordini del mafioso) riconoscendo obblighi e doveri naturali che diventano reali. Quindi il concetto di stato si contrappone a quello di feudo: dove c’è uno normalmente non c’è l’altro: questa è un’opinione del prof Conte.

Tre elementi dovevano esser alla base della concezione di feudo (questo solo dopo il 1000 ma i 3 elementi già esistevano singolarmente prima.

–       Un rapporto personale ossia il vassallaggio tra signore e un suo subordinato (elemento germanista personale)

–       Concessione patrimoniale ispirata a benevolenza ma di fatto una remunerazione di servizi (beneficium) che si ricava da prassi ecclesiastiche (elemento ecclesiastico reale)

–       L’immunitas ossia un privilegio formale proprio delle terre fiscali e dei latifondi imperiali (elemento della romanità pubblicistico)

Conte critica la visione meccanica dei 3 elementi definiti come germanista, ecclesiastico e romanità matrici del diritto medievale: per Conte è anche difficile dire quale sia la branca riservata ai 3 elementi, quindi questa visione degli storici del diritto non gli piace pur mantenendo la distinzione dei 3 elementi.

Rapporto personale. Il suo primo contenuto era nella fidelitas che il vassallo doveva prestare al suo signore. Questo elemento però non è nuovo, ma trova una forte tradizione nel passato a partire dal giuramento (un rito con cui si stabilisce una relazione stabile tra un superiore e un inferiore. Il sacramentum o commendatio cambia lo stato di un soggetto e appare come un negozio a effetti reali in quanto in capo al soggetto si formano degli obblighi che provengono dallo status: obblighi verso il signore:accorrere in sua difficoltà, nascita di un esercito vassallatico di fedeltà richiesto da imperatore ai funzionari a Bisanzio: non è quindi di origine germanica. La fedeltà si caratterizza come fedeltà generale quando tutti la prestano al re e da ciò deriva che il concetto di reato vuol dire violare quella fedeltà quindi il delinquente è perseguito non perchè ha fatto delitto ma perché si è reso infedele al re.

Fidelitas (che è quindi il contenuto del rapporto) specifica:

1)     Vassallaggio (per costruire un esercito creando piramide medievale) Questo termine forse deriva da gwas che in celtico vuol dire “uomo”. Compare in Gallia nell’VIII secolo dove il re tiene alcuni vassi (“servitori”) a palazzo altri li manda fuori ad amministrare. Son quindi servitori di re e potenti quindi le loro mansioni acquistano un qualcosa di onorifico. Il vassallo, legato da questo rapporto quasi indissolubile col signore, se ne può liberare per un capitolare dell’816 quando il signore abbia preteso ingiustamente servizi non previsti, quando abbia congiurato e se non l’abbia difeso (quest’ultimo solo se c’era commendatio)

2)     Commendatio. Essa era praticata già da secoli (nei visigoti, nell’Editto di Teoderico a proposito dell’assunzione dei bnel patrocinium di potenti) e i Longobardi l’avevano attinta dagli usi volgari. Teodorico aveva condannato il patrocinium, ma nello stesso editto aveva parlato della commendatio usata sempre in ambito militare in quanto i generali del periodo si potevano fare dei piccoli eserciti di buccellari che entravano mediante questo rito in cui l’inferiore inginocchiandosi metteva le mani in quelle del signore (esempio seguito dal vassallo)

Scalate gerarchiche dei primi vassalli. I vassalli che ne 792-793 erano chiamati servi essendo costantemente onorati di beneficia e ministeria progredirono nella scala delle gerarchie. Il beneficio era chiaramente connesso con un servizio e per il vassallo svolgerlo per il Signore equivaleva a legarsi ad un ambiente prestigioso. Il beneficio inizialmente più remunerato fu quello militare: grazie ai benefici Carlo Martello avrebbe potuto costituire un esercito di vassalli di cavalleria pesante per sconfiggere gli arabi nella storia battaglia di Poitiers (ciò però non sembra vero, fu la fanteria a far vincere, quindi non nasce qui quel concetto). Comunque successivamente l’esercito carolingio in questo modo diventerà il più potente d’Europa. Si usò all’inizio dare terre ai combattenti sotto forma di precaria cioè la forma di concessione agraria usata dalla Chiesa. Fu scelto ciò perchè le terre scelte per queste assegnazioni erano la maggior parte ecclesiastiche ed erano equiparate ai beni fiscali in quanto la chiesa era istituzione pubblica quindi avevano il vantaggio d’esser abbondanti.

Beneficium (elemento reale). La nascita di questo elemento è imputabile ai costi di un cavaliere: armature, cavalli, persone che ti aiutavano ecc. Quindi il cavaliere andava pagato e i carolingi pensarono di legare alla funzione militare l’assegnazione di alcune terre fino a che c’era fidelitas (unione elemento personale e reale). Il termine usato nel significato di atto benevolo ha comunque contenuti vari: si pensi al sovrano desideroso di premiare coloro che gli prestano fedeltà e obsequium. Un carattere tuttavia peserà sempre sul beneficium: il carattere aleatorio, oltre quello della temporaneità. Tutto ciò era tratto dall’esperienza ecclesiastica: le terre dei monaci non erano coltivate solo dai monaci, ma essi concedevano i terreni a qualche coltivatore laico su “preghiera” (precarie) di quest’ultimo. Questo carattere dell’alea impedisce la redazione di un documento notarile di concessione in quanto il documento produrrebbe firmitas et stabilitas. In questo modo il beneficio era spesso fonte di disordine e in certi casi truffatori potevano approfittare del beneficio temporaneo alienandolo a terzi e il re si indignava.

Immunitas (elemento pubblcistico) Gli imperatori dotavano alcune terre di immunità: questo privilegio era concesso ai grandi latifondisti amici dell’imperatore e ciò portava al fatto che gli ufficiali imperiali non potevano entrare nelle terre immuni per esempio riscuotere tasse o fare azione di polizia. Il latifondista era quindi il giudice. Scoprire il gioco di questo elemento appare molto più difficile. Si può affermare che i beneficia conservassero lo status delle terre fiscali e della Chiesa su cui venivano costituiti le quali terre eran quasi sempre immuni, anche se non è certificata la concessione a laici. Il contenuto dell’immunitas appare quello del formulario redatto dal monaco Marcollo: il divieto per gli ufficiali pubblici di esercitare giurisdizione, compiere atti preliminari o conseguenti a un giudizio e riscuotere ammende o tributi (autopragia: l’immune decideva quanto pagare di tasse).. Ciò avveniva spesso per attrarre l’ente ecclesiastico nella protezione del sovrano. Anche ciò probabilmente costituì confusione specie verso le esazioni regie di censi e tributi. In questo modo nasce la signoria sulle cosa territorio e sulle persone che vi abitavano.

Concessione della “ereditarietà dei feudi maggiori” Un punto importante fu quando Carlo il Calvo che, attraversato da momenti di lotte familiari, convocò una dieta a Quierzy in cui chiese aiuto alla nobiltà per difendere il trono promettendo all’aristocrazia che nel caso che un conte (solo i conti)fosse morto il figlio sarebbe stato “onorato” (con questa tappa i benefici da aleatori diventano stabili: stabilizzazione dei benefici maggiori)Nello specifico se moriva un conte quando il figlio di questi si trovava al seguito del sovrano l’amministrazione della contea sarebbe stata affidata a un consiglio di reggenza finchè il figlio potesse avere gli onori (oltre alpe essi appaiono come concessioni terriere ma forse anche dignità e ufficio comitale). I conti non erano vassalli qualunque perchè essi ricevano contee che non son beneficia bensì territori che essi governano in quanto ufficiali del re.

Il termine feudo che appare sui documenti dal per seco. Inizialmente si pensava che questo termine potesse indicare grosso modo il beneficio cioè il bene dato in concessione a titolo remuneratorio. La culla della parola “feudo” sarebbe stata rinvenuta in Italia e Francia meridionale (territori a influenza gotica) dalla parola gotica thiuth che significa bonum (bene). A Tolosa il termine feo indicava i beni avuti in donazione e restituiti in godimento. Quindi theo e feo ci fanno pensare che il feudo inizialmente fosse il beneficio e che fu trasmesso dalla lingua gotica al linguaggio giuridico della Chiesa.

Ulteriore storia del termine feudo. Bisogna parlare del terribile popolo dei Magiari che partendo dal Caucaso erano arrivati nello attuale Ungheria, cominciando una serie di incursioni europee tra l’898 e il 955 che coinvolsero il centro Europa ma anche l’Italia in quanto arrivarono fino in Puglia. Ottone re di Sassonia nel 955 li respinse in Ungheria e ciò valse a Ottone la corona imperiale: salutato come nuovo Carlo, si ebbe la seconda renovatio imperii dopo il periodo di buio a seguito della morte dell’ultimo re franco Carlo il Grosso, passando l’impero in mano tedesca. La paura per gli ungari portò al rafforzamento delle città creando castelli consolidandosi quindi il potere nobiliare e quindi delle milizie cittadine Furono formate le prime formazioni di armati cittadini che nel per e XI secol diveranno valvassori maggiori o capitanei o milites primi ordinis e vescovi/conti daranno loro beneficia. Si creeranno anche valvassori minori, anche essi retribuiti con benefici a mo di stipendio che potevano anche essere ponti, strade, cespiti fiscali. Nuovi tipi di feudi quindi anche se la terra rimane sempre il più importante. Con Corrado II poi i benefici vengono poi trasferiti direttamente agli eredi di beneficiari: saldatura quindi vassallaggio e beneficium. La posizione verrà poi contrattualizzata con l’enfiteusi.

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