Insufficienza dei criteri per la soluzione delle antinomie
- Il criterio CRONOLOGICO serve quando due norma incompatibili sono SUCCESSIVE; il criterio GERARCHICO, quando sono a diverso livello; il criterio di SPECIALITà quando c’è conflitto tra una norma generale ed una speciale
- Tuttavia, ci può essere il caso in cui si verifica un’antinomia tra due norme CONTEMPORANEE, o SULLO STESSO LIVELLO, oppure ENTRAMBE GENERALI
- Antinomie di tipo TOTALE/TOTALE e PARZIALE/PARZIALE non sono risolvibili con i precedenti criteri
- Il vecchio criterio, prende in considerazione la FORMA DELLA NORMA = secondo la forma, le norme possono essere IMPERATIVE, PROIBITIVE o PERMISSIVE = graduatoria di prevalenza tra le tre forme = se di due norme incompatibili una è imperativa o proibitiva e l’altra è permissiva, prevale la permissiva
- Questo criterio non è semplice: in realtà, infatti, ogni norma che dà un diritto ad un individuo impone un dovere ad un altro e viceversa = bisogna affidarsi a giudizi di valore, perché bisogna scegliere quale dei due individui tutelare = il canone non è universale
- Se una norma è proibitiva e l’altra è permissiva, si sceglie la terza: il premesso = questo criterio non è vincolante = è l’INTERPRETE a decidere
- Nel caso in cui non si possa applicare nessuno dei tre criteri infatti, la soluzione del conflitto è affidata alla libertà dell’interprete, che ha tre possibilità:
- Eliminare una legge = INTERPRETAZIONE ABROGANTE
- Eliminare entrambe le leggi = DOPPIA ABROGAZIONE (caso di contrarietà)
- Conservare entrambe le leggi = ELIMINAZIONE DELL’INCOMPATIBILITà
- In realtà, l’interpretazione abrogante non è una vera abrogazione, perché il giurista non ha potere normativo né abrogativo = è in realtà solo una scelta di esclusione momentanea della norma in questione = lo stesso vale per la doppia abrogazione: le due leggi non scompaiono, ma sono considerate momentaneamente invalide
- Per conservare entrambe le norme, bisogna eliminare l’incompatibilità, dimostrando che essa non sussiste, perché altrimenti non si potrebbero lasciare in atto entrambe le norme = per conservarle si può introdurre l’INTERPRETAZIONE CORRETTIVA = forma di interpretazione che vuole conciliare due norme apparentemente incompatibili per conservarle entrambe nel sistema, cioè per evitare l’abrogazione = è una forma attenuata di interpretazione abrogativa, infatti è l’ELIMINAZIONE PARZIALE di una o entrambe le norme
- La CONCILIAZIONE e la CORREZIONE sono i metodi più usati dai giuristi, che tendono a voler conservare le norme
Conflitto dei criteri per la soluzione delle antinomie
- Se due norme sono incompatibili, si applicano i criteri di soluzione delle antinomie = se se ne può applicare più di uno, essi si sommano = se due criteri danno due risultati diversi, essi non possono essere applicati contemporaneamente = INCOMPATIBILITà DI II GRADO (tra criteri), mentre quella di I grado è quella tra norme = ANTINOMIA DI II GRADO
- Si risolve così:
- Tra criterio gerarchico e cronologico, prevale il GERARCHICO = la legge inferiore, anche se posteriore, decade
- Tra criterio di specialità e cronologico, prevale la SPECIALITà = la legge generale, anche se posteriore, decade
- Per decidere tra criterio gerarchico e di specialità non c’è una regola universale = sta all’interprete scegliere quale applicare a seconda di quel valore egli ritenga opportuno salvaguardare: se vuole salvaguardare l’ORDINE, applicherà il criterio GERARCHICO, se vuole salvaguardare la GIUSTIZIA, applicherà il criterio di SPECIALITà