L’imposta è attualmente il tributo che ha un ruolo sempre più centrale (quasi esclusivo): questo perché in essa manca ogni forma di rilevanza della volontà del destinatario del prelievo: qui infatti l’obbligazione tributaria è ricollegabile solo al verificarsi del fatto contemplato dalla legge come espressione di capacità contributiva e non alla volontà del soggetto (che non può sottrarsi al prelievo se non evitando di porre in essere il fatto rilevanza tributaria o violando la legge). Studiamo quindi le norme regolanti imposte, verificando quando ci sia un esame di tributi non qualificabili come imposte.
La regolamentazione giuridica dei singoli tributi è affidata a singole leggi d’imposta ma addirittura anche a disposizioni tributarie contenute in normative extratributarie destinate a fornire fonti di finanziamento di una particolare spesa prevista dalla legge stessa. La dottrina in questo senso ha cercato di sistemare organicamente una materia fuori controllo legislativo, usano indicazioni di una giurisprudenza di legittimità che ha concorso tra alti e bassi alla stabilizzazione di alcuni principi. La funzione del diritto tributario deve proprio esser quella di tutelare la certezza del diritto e la corretta attuazione pratica. Il legislatore ha dimostrato scarsa attenzione all’esigenza di una fissazione di principi generali del diritto tributario (o comunque una raccolta ragionata di norme tributarie in 1 o più testi unici). In direzione opposta sembrava muoversi la “legge delega per la riforma del sistema fiscale statale” (l.80/2003), che doveva realizzarsi con l’eliminazione della gran parte dei tributi a fronte dell’introduzione di 5 imposte (ordinate in un unico codice articolato in parte generale con la disciplina comune dell’istituzione e parte speciale in cui si dovevano raccogliere disposizioni concernenti singole imposte su cui veniva fondato il sistema tributario statale. Tuttavia la delega non è stata attuata, specie per il rischio di una perdita di gettito connessa a una riforma della normativa. Il diritto tributario è quindi in crisi: a ciò non si può rimediare se non con un rinnovato interesse nella ricerca di principi interpretativi generalmente condivisi al fine di giungere alla realizzazione di una codificazione tributaria “accademica” che ponga le basi di una certezza del diritto partendo dalla ricostruzione della logica economica delle scelte legislative.