Romano per Bobbio non entra nel girone delle teorie delle istituzioni che scaldano un serpentello ideologico al loro interno, per occultare contraddizioni che lacerano la società. Questo perché la teoria più importante è la seconda che usa la prima solo per trarre dalla definizione di diritto la conseguenza che vi sono più ordinamenti giuridici diversi e lo stato è uno solo di questi: ci si chiede come questa teoria possa occultare le contraddizioni. Infatti al massimo il pluralismo può includere un’ideologia conflittualistica, ma è più facile che un monista riveli un’ideologia integralista.
La teoria di Romano della pluralità nasce dalla crisi dello stato: il nesso è evidente e si trova nel fatto che lo stato rivoluzionario francese era stato costruito tra individui singoli e lo stato senza intermedi e invece nella realtà sociale spadroneggiano gruppi più numerosi e prepotenti. Questa intermediazione (esempio:movimenti sindacali) da alcuni era vista come un fenomeno positivo da altri invece era letto come uno sgretolamento dello stato con una irreggimentazione dell’individuo. In tutto questo Romano non accetta il pluralismo estremo dei primi che vogliono la trasformazione dello stato per adattarsi a nuove esigenze sociali quanto la sua distruzione. Egli è un pluralista moderato, accetta la presenza di gruppi come (esempio: i sindacati per portare maggiore connessione stato-cittadini, ma ritiene il momento finale comunque della società organizzata lo stato: quindi è teoricamente un pluralista ma ideologicamente un monista.
L’ultima affermazione sopracitata conferma il rapporto tra teoria e ideologia. In quanto teoria il pluralismo è imperniato sulla convinzione che maggior rilievo dato alla molteplicità dei gruppo offra un modello per comprendere meglio la realtà sociale dell’800. Per un pluralismo eversivo lo stato è un istituzione come ogni altra, per quello moderato lo stato è un’istituzione superiore alle altre e che rende possibile l’esistenza di tutte le altre. Ideologicamente c’è differenza tra monismo e monismo: nel tempo di Romano il monismo dei nazionalisti era assoluto (tutto nello stato mussoliniano), il monismo di Romano è relativo perchè anche ponendo lo stato al vertice della scala degli ordinamenti non lo considera un ordinamento esclusivo, riconoscendo comunque allo stato la tendenza irresistibile di assorbire gli altri ordinamenti.