L’unitĂ  di base è l’organizzazione nel luogo di lavoro; ma il lavoratore può aderire direttamente alla struttura territoriale, se lavora in un’impresa all’interno della quale non esiste tale struttura.  In alcune categorie produttive prive di uno stabile inserimento in una unitĂ  produttiva, la tradizionale lega comunale è rimasto come unitĂ  organizzativa di base.

La struttura aziendale confluisce, in linea verticale, nelle strutture territoriali (in genere provinciali) e, quindi, in quelle regionali e nazionali di categoria.  Le strutture territoriali di categoria, al loro volta, confluiscono in linea orizzontale in strutture territoriali intercategoriali, che sono chiamate nella Cgil Camere del lavoro, nella Cisl Unione sindacale territoriale e nella Uil Camera sindacale.

Le organizzazioni orizzontali territoriali, al loro volta, confluiscono in strutture regionali.

Infine, sia le strutture orizzontali regionali, sia le federazioni nazionali di categoria concorrono a formare la Confederazione.

Pertanto la struttura della rappresentanza sindacale si articola in due linee organizzative:

  • una cosiddetta orizzontale, secondo il dato territoriale (in genere provinciale), e
  • l’altra cosiddetta verticale, secondo il dato della categoria e cioè, nella prevalente esperienza storica italiana, secondo il tipo di attivitĂ  produttiva dell’impresa in cui si colloca il lavoratore iscritto.

La seconda linea organizzativa è quella prevalente nel mondo industrializzato, mentre la prima è il modulo organizzativo corrispondente alle profonde radici di solidarismo di classe del nostro movimento sindacale.

La struttura organizzativa delle maggiori confederazioni sindacali dei lavoratori in Italia (confederazione generale italiana del lavoro, Cgil; confederazione italiana sindacati liberi, Cisl; unione italiana del lavoro, Uil) può essere così schematizzata:

cisl

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