Locke e il liberalismo proprietario

1632-1704 Inghilterra

Uguaglianza naturale dei soggetti = L’uomo nasce libero di godere dei diritti e dei privilegi della natura.

L’uomo rinuncia a questo potere naturale e lo affida alla comunità: ecco perchè si parla di autorità pubblica. La comunità diventa arbitra, in forza di norme imparziali ed uguali per tutti.

Il monarca assoluto

Si reputa al di sopra e al di fuori delle leggi: opera in uno stato di natura sottratto alle regole del diritto. Contravviene al postulato della fondazione consensuale dell’autorità.

Principio di maggioranza

Fa valere le decisioni vincolanti perché il consenso = reciproco accordo ha dato origine a un governo legittimo. Alla base della proprietà vi è una logica che si sviluppa in due tempi:

fase 1: relazione tra la persona e la cosa come titolo di per sé legittimo di proprietà;

fase 2: regolamentazione giuridica ex post che interviene a proteggere il possesso individuale da insidie di altri. Nessuna società politica può sussistere se non riesce a salvaguardare la proprietà. Le leggi devono quindi proteggere la sicurezza e l’incolumità dei beni. Inoltre l’economia e non la veritas, ma è il fondamento della politica.

Passioni e simpatia in Hume

Le passioni e il tradursi del volere in azioni non derivano dal giudizio razionale (poiché “la ragione non può avere altro ruolo che quello di servire e di obbedire alle passioni”). Il senso morale è affine al “gusto” e il metodo più giusto per indagare la morale è il “metodo sperimentale”, che scopre le circostanze per cui attribuiamo il “merito” o il “biasimo” a determinate azioni. Con questo metodo Hume si pone in grado di correggere l’eccessiva accentuazione dei temi egoistici condotta da Hobbes e di riportare in primo piano la virtù della “simpatia”, che è il sentimento e il fondamento naturale della condivisione delle passioni altrui, e spezza gli interessi egoistici fondati sul sentire individuale mediante “il generoso interesse per il genere umano”.

Anche l’atteggiamento nei confronti del fenomeno religioso è improntato al metodo empiristico, che suggerisce di ritrovare in una costante della natura umana il fondamento psicologico di credenze che non possono essere ricondotte a evidenza di ragione nonostante gli sforzi della teologia razionale. Base della credenza religiosa sarà semmai il sentimento della paura dinnanzi alla natura ignota.

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