Un diffusa critica al nuovo codice penale consiste proprio nel rimprovero di non aver voluto (aver evitato) di prendere posizione su tutti i punti politicamente più sensibili e caldi. Nella materia degli stupefacenti, ad esempio, la disciplina del consumo è lasciata ad una fonte extracodicistica. La scelta astensionistica è ben testimoniata dalla stessa struttura del codice: a fronte dei primi tre libri della parte speciale, si è ritenuto infatti di costruire anche una specie di <<contenitore vuoto>>, il libro V, destinato proprio a raccogliere tutte le altre disposizioni di più controversa scelta politica. Il prezzo del consenso espresso in merito alla legge, in sostanza, è consistito proprio nella sostanziale rinuncia alla disciplina di tutte le materie controverse.
A fronte dell’innovazione data dall’introduzione della responsabilità personale delle persone giuridiche, tuttavia, non si può tacciare il nuovo testo di un agnosticismo assoluto, quantomeno perché questa scelta è senz’altro di grande impegno politico criminale.