Innanzitutto bisogna dire che la posizione che lo Stato ha nei confronti dei propri dipendenti è stata ritenuta, per lungo tempo, diversa da quella dei datori di lavoro privato, per vari motivi: sia perchè lo Stato persegue la soddisfazione di interessi pubblici, sia perchè esercita poteri che derivano dall’essere un’autorità originaria. Di conseguenza il rapporto di lavoro pubblico è stato per lungo tempo regolato da una speciale disciplina di legge che dava prevalenza all’interesse pubblico. Prevalenza. Però, che se si giustifica quando si tratta di dipendenti ai quali sono attribuite pubbliche funzioni, non si giustifica più nel caso di dipendenti che non siano chiamati a esercitare funzioni pubbliche, ma anzi svolgono attività assimilabili a quelle esercitate dai lavoratori dipendenti da privati.
Così si è finito inizialmente con l’estendere a dipendenti degli enti pubblici la disciplina dettata per i dipendenti di imprenditori privati. Mentre poi il legislatore ha previsto la cosiddetta privatizzazione del pubblico impiego, privatizzazione che non fa venir meno la natura pubblicistica del rapporto tra pubblica amministrazione e loro dipendenti, ma che comporta che a quel rapporto sia applicata la stessa disciplina che regola il rapporto di lavoro tra privati.